Festival di Avignone: “Absalon, Absalon!”, un tuffo sensoriale nella storia segregazionista degli Stati Uniti che risuona nel presente

Festival di Avignone: “Absalon, Absalon!”, un tuffo sensoriale nella storia segregazionista degli Stati Uniti che risuona nel presente
Festival di Avignone: “Absalon, Absalon!”, un tuffo sensoriale nella storia segregazionista degli Stati Uniti che risuona nel presente
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Con questo adattamento del romanzo di Il mondo di William Faulkneril regista Severina Chavrier offre un’immersione immersiva nella guerra civile americanacon risonanze attualissime.

È proprio perché considerato inadattabile che Séverine Chavrier ha attaccato questo monumento. Nel suo teatro, Absalon, Absalon ! diventa un’esperienza sensoriale che richiede di lasciarsi andare. In scena, la terra, due automobili, le stanze di una casa e sopra un grande schermo, che proietta ciò che si svolge sotto. Musica, immagini, suoni, atmosfere soffocanti, siamo al centro del dramma epico, quello di un uomo venuto dal nulla, che arriva nel Sud segregazionista a metà dell’Ottocento per fare fortuna e fondare una famiglia di pura stirpe, ossessione della razza bianca.

Un’altra storia del cinema

“Il romanzo racconta infine che i fratelli si uccidono a vicenda e che il figlio illegittimo nasce illegittimo solo perché ha una goccia di sangue nero, spiega Séverine Chavrier. Si tratta quindi di una storia di segregazione e di follia generazionale sulla questione di un nome proprio che sia specifico per entrambi i sensi del termine.

È stato davvero interessante lavorare sulla comunicazione impossibile tra uomini e donne, tra neri e bianchi.”

Una troupe mista, virtuosa e molto attuale porta avanti questa storia, una storia di violenza americana che non ha bisogno di linearità, tanto le emozioni sono forti. Séverine Chavrier interpreta, in qualità di direttore d’orchestra, i codici del cinema americano, in particolare attraverso la citazione Nascita di una nazione di David Griffith, film che nel 1915 rivoluzionò Hollywood glorificando la schiavitù:

Il regista intende quindi esplorare “come la storia degli Stati Uniti è legata alla storia del cinema. Come è stato visto. Come gli attori europei hanno ammirato questa rappresentazione. Come siamo schiacciati anche noi da questo modo di fare immagini, fino alla domanda di Griffith, visto che anche questo film è stato lodato a un certo punto dalla New Wave, senza vederne le impasse etiche”lei dice.

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