Elezioni legislative nell’Aude: da 25 anni, questi piccoli passi e successi simbolici che hanno portato all’ondata di voti del Raduno Nazionale

Elezioni legislative nell’Aude: da 25 anni, questi piccoli passi e successi simbolici che hanno portato all’ondata di voti del Raduno Nazionale
Elezioni legislative nell’Aude: da 25 anni, questi piccoli passi e successi simbolici che hanno portato all’ondata di voti del Raduno Nazionale
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Questa domenica, 30 giugno, per il primo turno delle elezioni legislative anticipate, il Raggruppamento Nazionale ha raccolto il 47,41% dei voti espressi sulla scala dell’Aude. Il culmine di un percorso iniziato negli anni 2000 e che non ha mai smesso di affermarsi. Al punto da fare dell’ex FN la prima indiscutibile forza politica del dipartimento, che ormai manca solo di successo a livello locale.

Il “Midi Rouge” non esiste più

In questo mese di maggio 1998, numero 8 di Pôle Sud, il “Rivista di scienze politiche dell’Europa meridionale”, ripercorre le elezioni regionali del 15 marzo 1998 in Linguadoca-Rossiglione. Sostenuta dal Centro di Studi Politici e Sociali del CNRS (CEPEL) e dalla Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Montpellier, la rivista analizza in quasi 40 pagine un’elezione storica. Il 20 marzo 1998, pochi giorni dopo le elezioni, Jacques Blanc diventa uno dei cinque presidenti regionali di destra eletti grazie ai voti del Fronte Nazionale. L’occasione, per i sette autori, di mettere in discussione il “nuova singolarità politica regionale” della Linguadoca-Rossiglione. Al centro dell’articolo, mappe, dati e richiami preziosi dedicati all’Aude: in primo luogo, sulla base dei risultati delle elezioni regionali del 1992 e delle elezioni legislative del 1993, per ricordare che queste elezioni avevano “ha rivelato il declino lineare del socialismo del vino nell’Aude”.

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Naturalmente, nel 1997, il dono di scioglimento di Jacques Chirac ha offerto all’Aude una tripletta alle elezioni legislative, con una successione incarnata dal trentenne Jean-Claude Pérez, eletto il 1Rif circo e la quadra Jacques Bascou, vincitore del circo Narbonnaise. Ma l’articolo ci ricorda: nell’Aude, “Terra emblematica del Midi Rouge e del forte rinnovamento del personale politico di sinistra, il Front National continua tuttavia ad aumentare il suo pubblico”. Dall’8,5% raccolto alle Europee del 1984 al 13,2% ottenuto alle Regionali del 1998, i dati dell’Aude non mentono: il FN si sta affermando, lentamente ma inesorabilmente. L’Aude lo è “il dipartimento dove l’effetto “a dente di sega” tra le elezioni ha l’ampiezza più bassa”. In quest’anno 1998, Henri Escortel è il 1È eletto frontista dell’Aude per entrare nel consiglio regionale. Una prima pietra sulla lunga strada che ha portato al maremoto RN del 1È tornata legislativa, questa domenica 30 giugno 2024.

Dalle città alle campagne

2022, 10 aprile: per questo 1È Nel turno delle elezioni presidenziali, l’Aude porterà, come nel 2017, Marine Le Pen in testa, con più del 30% dei voti. Ma a differenza del 2017, gli elettori del dipartimento manterranno in testa il candidato di estrema destra al secondo turno, superando il traguardo dei 100.000 voti: tra i principali comuni del dipartimento, Port-la-Nouvelle, Quillan, Lézignan e Limoux lo piazza in testa, quando Castelnaudary, Carcassonne e Narbonne concedono i loro favori a Emmanuel Macron. La dimostrazione che il voto del FN, ora RN, si è evoluto nel corso dei decenni. Perché alla fine degli anni Novanta, e torniamo all’articolo del Pôle Sud, il voto del FN è stato innanzitutto un voto “voto urbano. Le ipotesi che tendevano alla ruralizzazione del FN sono in gran parte smentite da un fatto importante: salvo piccole eccezioni, è dentro e intorno alle città che il FN si afferma con maggiore forza. C Questo vale per grandi città, ma anche di centri di medie dimensioni, come ad es […] Limoux o Castelnaudary nell’Aude.”

Comunale, dipartimentale, regionale, legislativa, presidenziale: il FN, poi la RN, hanno raggiunto traguardi anno dopo anno.
Infografica L’Indépendant – CORINNE MONTARDIER

Quasi 30 anni dopo, la RN riuscì a conquistare anche la campagna dell’Aude: la sera dell’1È A cavallo delle elezioni presidenziali del 2022, Marine Le Pen è in testa in 263 dei 433 comuni dell’Aude, molto più avanti di Jean-Luc Mélenchon (113 comuni) o Emmanuel Macron (41). Questa domenica 30 giugno 2024, per la 1È tornata delle elezioni legislative, i tre deputati uscenti del RN hanno confermato questo controllo: Christophe Barthès ha vinto in 104 dei 114 comuni del suo distretto (Carcassonne-Lézignan), Frédéric Falcon (Narbonne) ha lasciato al suo rivale solo uno dei 28 comuni Nuovo Fronte Popolare, Viviane Thivent; solo i 3e circo denota in questa tabella, con un 1Rif posto per Julien Rancoule in 172 dei 291 comuni (116 per il socialista Philippe Andrieu). Ma alla fine, la RN è in testa in 303 dei 433 comuni dell’Aude.

Dal nazionale al locale

“Punteggi RN molto alti nei comuni segnati da sintomi acuti di crisi”, “un voto che respinge alcuni degli sviluppi economici e sociali globali”. A 26 anni dalla sua pubblicazione, l’articolo della Revue Pôle Sud non è mai sembrato più attuale. Mentre l’Aude, a metà degli anni 2000, vedeva scomparire i suoi rari fiori all’occhiello industriali, da Huntsman a Formica passando per le miniere di Salsigne, la questione economica avrà senza dubbio pesato molto nel 2024. In un dipartimento dove operai, impiegati e pensionati con redditi o pensioni bassi rappresentano oltre il 60% della popolazione, in un territorio dove il tasso di disoccupazione dei 15-64enni è stimato al 15,6% (Insee), la questione del declassamento e del potere di acquisto perduto, battuto e ribattuto dal RN in questa campagna avrà senza dubbio giocato con successo.

Una carta sconfitta anche nelle precedenti elezioni nazionali, con crescente successo, attesta il costante progresso nelle elezioni legislative e presidenziali. Tocca al partito lepenista trasformare il test a livello locale. L’unico soffitto di vetro che ora gli resiste nell’Aude, dopo vani e molteplici ballottaggi alle elezioni dipartimentali del 2011, 2015 e 2021. E una presenza molto modesta nei consigli comunali. Ma i livelli raggiunti questa domenica 30 giugno nelle principali città dell’Aude (42,4% a Carcassonne, 42,08% a Narbonne, 44,4% a Limoux, 41,72% a Castelnaudary, 54,44% a Lézignan-Corbières) avranno sicuramente dato degli spunti ad alcuni, quando non si erano già dichiarati per l’orizzonte 2026 delle elezioni comunali.

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