Francia – Belgio: dovevamo fare la Svizzera…

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Randal Kolo Muani ha ferito molte persone.

IMAGO/pepphoto

Tra il 28 giugno 2021 e il 1 luglio 2024 sono trascorsi 1099 giorni. Sono esattamente 3 anni e 3 giorni. Ma per noi svizzeri, e soprattutto per i francofoni, è stato ieri. Credo che fosse addirittura scritto nel nostro DNA, ci ha reso così felici. Il mondo stava uscendo lentamente dal Covid, i tifosi non potevano muoversi liberamente come oggi, e la Svizzera aveva eliminato la Francia… Follia, rivolta, allucinazione collettiva.

Inoltre, la partita si è svolta a Bucarest e l’incontro successivo a San Pietroburgo, in Russia. Insomma, si festeggiava come si deve, ma soprattutto in Paese, è vero.

In più, noi giornalisti sul posto ci eravamo persi la follia collettiva vissuta in Svizzera. Così ho provato ad andare a riviverlo indirettamente questo lunedì, da Berlino, dove sto parcheggiando per lo Sport Center. Ho trovato un bar belga e ci sono voluti solo pochi secondi per sentirmi a casa.

Perché all’Herman Bar, bistrot belga di Berlino, situato in Schönhauser Allee 173, la serata è stata eccezionale. Molto più che nei bar svizzeri della capitale tedesca che avevo potuto visitare finora e che erano, bisogna ammetterlo, fin troppo timidi e invasi da tedeschi troppo contenti di lanciarsi addosso mucchi di raclette e altri piatti orribili.

Qui, in questo bar belga, parli inglese, tedesco, francese, fiammingo, fiammingo o non so cosa, tutti ti capiscono o si sforzano di ascoltarti. Felicità.

Meglio ancora, abbiamo incontrato anche uno degli 80.000 tedeschi del Belgio, ma anche brussellesi che maneggiano facilmente tutti gli idiomi possibili e immaginabili, un tedesco che capisce il fiammingo perché vive alla frontiera belga e perfino… Accento giurassiano che ha quasi creato un corpo a corpo verso la fine. Torneremo su questo.

Ancora una volta, il Belgio ci ha quasi creduto, durante questo Euro. Non è stato brillante, è vero, ma i Red Devils hanno resistito più dei minuti “lenti” contro i Blues. Hanno creato qualche scaramuccia, questo è tutto. E nel bistrot non riuscivamo più a sentirci pensare non appena la palla passava dal centro del campo verso i piedi belgi.

Non è successo molto spesso, ok, ma ha fatto alzare l’intero Herman Bar e ha urlato davvero forte. E tocca a me divertirmi un sacco.

E poi c’è stata quella dannata deviazione contro il suo campo di Jan Vertonghen al “sacro quinto” minuto, su un tiro sbagliato di Randal Kolo Muani. Abbastanza per aggiungere uno strato di semo, che tutti speravano di cancellare qualche secondo prima. La partita finì lì. E un francese con un accento svizzero ancora più marcato del mio – viene da Besançon, nel Giura francese – ha pensato bene di intrattenere il pubblico. Ovviamente, quando c’erano solo Leffes e Chouffes a mandarsi a vicenda stasera, la cosa ha fatto incazzare alcune persone.

Ascoltando solo la mia Swissness, sono intervenuto. Il nostro amico francese si è scaldato un po’ da solo ed è stato quasi (logicamente?) vittima di un belga locale un po’ veemente, che voleva fargli mandare giù le sue parole arroganti. L’ho trattenuto come ho potuto e tutto è finito per il meglio, credo. O quasi…

Perché, francamente, mi sarebbe piaciuto se i belgi avessero avuto il loro momento di gloria, come noi, nel 2021.

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