Emmanuel Macron impotente di fronte alle divisioni nel suo campo prima del secondo turno delle elezioni legislative del 2024

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Il presidente Emmanuel Macron si prepara a votare per il primo turno delle elezioni legislative, a Le Touquet-Paris-Plage, il 30 giugno 2024. YARA NARDI/AFP

All’indomani del fallimento del suo partito al primo turno delle elezioni legislative, lunedì 1 Emmanuel Macron ha invitato il governo di Gabriel Attal all’Eliseo.È Luglio, a mezzogiorno. Nel salotto di Murat, il Presidente della Repubblica “non sembra influenzato”, secondo un partecipante, mentre il Raduno Nazionale (RN) è alle porte del potere. Tra alcuni candidati ministri, invece, soprattutto quelli che hanno dovuto ritirarsi la sera del primo turno per bloccare la RN, l’emozione è palpabile e i singhiozzi soffocati. “Abbiamo avuto incontri più gioiosi”sospira un ministro.

Il conciso comunicato del capo dello Stato domenica sera, in cui ha chiesto “un grande raduno chiaramente democratico e repubblicano per il secondo turno” di fronte al partito Lepéniste, non ha impedito la dissonanza all’interno della coalizione presidenziale sulla condotta da tenere da qui al 7 luglio.

Lo ha chiesto l’ex primo ministro Edouard Philippe, presidente del partito Orizzonti“Senza voce” è “è concentrato sui candidati del Raggruppamento Nazionale, né su quelli” di La France insoumise (LFI). François Bayrou, presidente del MoDem, e Yaël Braun-Pivet, presidente uscente (Renaissance) dell’Assemblea nazionale, hanno chiesto un esame caso per caso. Mentre lo ha annunciato il primo ministro, Gabriel Attal “ritiro” a vantaggio di un candidato “chi difende, come noi, i valori della Repubblica” mantenendolo si rischierebbe di eleggere un deputato della RN.

Segui la nostra diretta streaming: Elezioni legislative 2024: tra i 169 attuali ritiri prima del secondo turno, una fortissima maggioranza di candidati di sinistra

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Intorno al tavolo, questo lunedì, i membri del governo Bruno Le Maire (economia), Christophe Béchu (transizione ecologica), Catherine Vautrin (lavoro e salute) o Olivia Grégoire (affari e turismo), provenienti da destra, difendono davanti a Emmanuel Macron « tu RN, tu LFI » sostenuto da Edouard Philippe. “La RN è un pericolo per la Repubblica, la LFI è un pericolo per la Nazione”, denuncia il primo. Mentre il suo collega della transizione ecologica invita al campo presidenziale “molto chiaro per quanto riguarda LFI”, “che appare agli occhi dei francesi più pericoloso per la Francia della RN”. L’ambivalenza, in tali circostanze, “può tornare indietro come un boomerang”avverte colui che è anche segretario generale di Orizzonti.

Altri ministri, Hervé Berville (mare), Patrice Vergriete (trasporti) o Fadila Khattabi (disabili), provenienti da sinistra, invocano invece una “recesso incondizionato” al secondo turno in caso di pericolo RN. Ci sono diverse sensibilità tra i “ribelli”, sottolineano, invitando a distinguere, tra i candidati LFI in corsa, il grano dalla pula. “Non siamo uno scalo di smistamento”ribatte Olivia Grégoire.

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