Chiama la polizia prima di scatenarsi contro gli agenti: sei mesi di carcere a Lorient

Chiama la polizia prima di scatenarsi contro gli agenti: sei mesi di carcere a Lorient
Chiama la polizia prima di scatenarsi contro gli agenti: sei mesi di carcere a Lorient
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Il 29 giugno 2024, la polizia è intervenuta per porre fine a una rissa avvenuta in rue de Saint-Pierre a Lorient. Quello che allora era un semplice intervento per riportare la calma si è concluso con l’arresto di un trentenne di Lorient, che aveva lui stesso informato la polizia.

Quella sera spiega di aver messo a posto la spesa nel suo appartamento quando suona il campanello. Due individui lo provocano e iniziano uno scontro per ragioni che non sono state chiarite dal tribunale. Si è poi rifugiato nell’appartamento di un vicino e ha contattato la polizia.

Arrivata sulla scena intorno alle 20:15, la polizia ha chiesto a tutti di tornare a casa. Il residente di Lorient, appena aggredito, ha perso la pazienza e ha insultato la polizia. Viene arrestato dalla polizia e preso in custodia.

Due versioni diverse

Da questo punto in poi le versioni differiscono. La polizia lo ha accusato di insulti e violenze, comprese “ripetute testate”. L’imputato nega tutti i fatti di cui è accusato: “Non è assolutamente vero”. Va anche oltre e accusa la polizia di violenza contro di lui. Recidivo, è già stato condannato più volte dai tribunali, principalmente per violenza e furto.

Nonostante le sue numerose condanne, l’imputato e il suo avvocato, Julie Oger-Bayere, hanno insistito per la sua reintegrazione. Dal suo rilascio dal carcere nel 2019, spiega di aver “sperimentato arrangiarsi”, a lungo per strada. Attualmente è assunto con contratto di integrazione e si occupa di riparazione elettrodomestici.

Insistendo sul fatto che si trattava della sua quarta comparizione per oltraggio, il tribunale ha condannato lunedì 1° luglio l’imputato, riconosciuto colpevole di tutti i fatti di cui era accusato e condannato a 18 mesi di reclusione, di cui 12 con sospensione della pena. l’obbligo di lavorare, ricevere cure e risarcire le vittime. La sua pena detentiva è stata però modificata con la semi-liberazione a partire dall’8 luglio, per consentirgli di andare a lavorare.

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