sospettato dell’omicidio dell’ex compagno, resta in carcere

sospettato dell’omicidio dell’ex compagno, resta in carcere
sospettato dell’omicidio dell’ex compagno, resta in carcere
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Camera d’inchiesta della Corte d’appello di Orléans

Incriminato il 21 maggio davanti alla corte d’assise del Loir-et-Cher, un quarantenne si trova in custodia cautelare dal 5 luglio per un tentato omicidio avvenuto a Blois nel 2022. Recentemente ha dato seguito, senza successo, ad una richiesta di rilascio, indica una decisione resa il 27 giugno 2024.

Il 5 luglio 2022, nella tarda mattinata, la polizia di Blois è stata chiamata per trovare tracce di violenza contro la sua ex compagna con la quale continuava a convivere. Tracce di sangue compaiono in particolare sul vestito e sul cuoio capelluto, ferite al petto dovute a coltellate da cucina che giustificano, secondo la perizia medico legale, un ITT di 60 giorni. È stata una discussione che si è intensificata in cucina. Il 42enne dice: “Mia moglie quel giorno è stata scortese e mi ha insultato” pur ammettendo di non ricordare cosa ha fatto.

Mancanza di empatia

Figlio di un insegnante di russo e di una madre casalinga, è arrivato in Francia nel 2012 dopo che suo padre è stato ucciso nel 2006 in una sparatoria a Grozny (Cecenia), che lo ha molto colpito. Senza attività professionale, presso le Rsa, consuma cannabis. La competenza psicologica descrive “impulsività latente, difficoltà di introspezione e un certo egocentrismo”.

Lo riconosce “avendo perso la testa” e il secondo parere rivela uno stato di stress post-traumatico dovuto alla guerra cecena. Nel suo curriculum dal 2015 al 2021 compaiono quattro menzioni tra cui violenza, droga e possesso di armi.

Il suo consiglio, Me Éléonore Terrien-Freneau, sottolinea la necessità “un’indagine sulla fattibilità di un controllo giudiziario con braccialetto a casa della madre”. Ricorda l’assassinio del padre del suo cliente davanti a lui e al suo posto. Attira l’attenzione della corte ” la necessità “ assistenza psichiatrica.

Julien Le Gallo, procuratore generale, sottolinea le ferite profonde della vittima, al cranio e all’addome. Ricorda “L’assenza di empatia, l’impulsività e il rischio di rinnovamento” del sospettato. Sottolinea inoltre la sua mancanza di lavoro e la possibilità di fuga. La corte ha seguito le sue richieste.

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