“Il Testamento di Vanda”, ahimè, non è invecchiato per niente

“Il Testamento di Vanda”, ahimè, non è invecchiato per niente
“Il Testamento di Vanda”, ahimè, non è invecchiato per niente
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Offrendo “Il Testamento di Vanda”, testo di Jean-Pierre Siméon (2009) diretto dalla Cie Ribambelle, agli alunni di 3 annie2nde e 1qui del Liceo Professionale Benoît-d'Azy, il centro culturale di Fumel-Vallée du Lot dimostra il suo attaccamento all'apertura mentale dei giovani, sia verso la letteratura che verso le principali tematiche del mondo d'oggi.

Il testo, incisivo, a tratti crudele, crudo ma modesto, sempre carico di poesia per esaltare i sentimenti, racconta la storia di Vanda, una giovane donna kosovara costretta a fuggire dal suo paese in guerra dopo aver vissuto la morte del suo amore e subito uno stupro. Lascia questo paese devastato per rinascere altrove, dove nessuno, ahimè, la vorrà; dove vive un'altra guerra: quella delle domande che feriscono come proiettili, dell'esclusione, dell'emarginazione, dei campi di detenzione… E per non perdere quest'altra guerra, per non lasciare il suo bambino con i ricordi, Vanda si impicca una scena finale appena menzionata.

Cathy Tisné, nel ruolo di recitatrice, e Audrey Arco, nel ruolo di Vanda, hanno portato questo testo con totale abnegazione, per non pervertirlo. Il musicista Matthieu Léonard ha fornito, da parte sua, dal vivo, un'altra interpretazione dello stesso personaggio. Anche la messa in scena è molto discreta, per non disturbare la storia straziante. Come sfondo, una semplice linea di ciottoli bianchi lascia spazio alla fantasia: un confine, il sentiero percorso, i ciottoli che Vanda seminò per trovare un sentiero? Al termine della performance, gli artisti si sono presi il tempo di chiacchierare con gli studenti, che sono rimasti visibilmente sorpresi. Non si tratta di spiegare loro il testo, ma di semplici domande affinché ognuno possa trovare le proprie strade interpretative.

Laboratori di educazione artistica

Il lavoro attorno alla mostra sarà quindi altrettanto importante quanto la sua rappresentazione. Con i relatori di Mémoire vive 47 e del Chemin de mémoire en Nouvelle-Aquitaine, gli studenti delle scuole superiori saranno incoraggiati a creare collegamenti tra le atrocità della Seconda Guerra Mondiale (al CDI è presentata una mostra sul campo di concentramento di Dachau) e quelle di tutti i conflitti del mondo.

Il corpo femminile come arma di guerra, le migrazioni o i campi profughi sono tutti argomenti che dovrebbero essere affrontati durante gli incontri. Anche i laboratori di educazione artistica avranno una svolta più accademica. Gli studenti delle quattro classi che hanno assistito allo spettacolo beneficeranno di sei ore di intervento degli artisti. Ciò comporterà il lavoro in un campo che spesso può svantaggiare i giovani nei loro studi o nella loro futura carriera: l'espressione orale.

Con gli artisti comprenderanno le tecniche necessarie per una buona espressione: respirazione, articolazione, posizione del corpo. Verrà chiesto loro di pronunciare un testo ad alta voce. Infine, si avvicineranno alla tecnica della registrazione del suono per produrre un podcast del proprio lavoro.

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