Sezione d'inchiesta della Corte d'appello di Orléans
Un allarme dall'ospedale pediatrico di Clocheville, a Tours (Indre-et-Loire), arriva alla gendarmeria di Montbazon, il 5 novembre 2024. Il giorno prima, i medici avevano diagnosticato un ematoma subdurale in un bambino di 3 mesi, suggerendo la possibilità Di “violenza di uno o più terzi”. Tuttavia, una precedente segnalazione era stata fatta il 23 settembre, quando il bambino aveva solo poche settimane.
Il padre è stato arrestato e preso in custodia dai militari il 5 novembre. Spazzino da otto anni, il 28enne lavora il pomeriggio e si prende cura di suo figlio la mattina a Esvres-sur-Indre. Il 4 novembre sua moglie parte per andare al lavoro. Dà un biberon a suo figlio intorno alle 6:30, gli dà una leggera pacca sulla spalla per aiutarlo a ruttare. È qui che la sua testa avrebbe colpito quella del bambino, che ha cominciato a piangere. Lo rimette giù.
“Gli occhi vanno in tutte le direzioni”
Alle 10:15 il bambino si sveglia. Tenendolo tra le braccia, il padre sarebbe poi inciampato in un giocattolo, facendoli cadere dalle scale. Il bambino non vomita né perde conoscenza, ma intorno alle 11:40 i suoi occhi diventano disallineati: “Gli occhi vanno in tutte le direzioni.” Il padre si reca al pronto soccorso insieme alla moglie, ma non denuncia subito la caduta.
Il 6 novembre il medico legale constatò un contesto di disturbi neurologici e dichiarò che la prognosi vitale del bambino era in pericolo. Lo vede come un meccanismo tremante. Il padre nega qualsiasi violenza e parla di a «incidente». C'è solo una voce nel suo casellario giudiziario per eccesso di velocità.
Il bambino è ancora in gravi condizioni
È stato incriminato per “violenza seguita da mutilazione o invalidità permanente di un minore di età inferiore a 15 anni” l’8 novembre. Una settimana dopo, ha presentato ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare dinanzi alla sezione investigativa della Corte d'appello di Orléans (Loiret).
Il suo difensore, Me Samuel Edoube Mann, torna sulle conclusioni del medico legale, evocando la tesi del “bambino scosso”, e si sorprende : “L'ematoma può derivare anche da una caduta del bambino intorno alle 10,30. Questo non è necessariamente nell’ordine della violenza intenzionale. » L'abito nero continua: “Questo bambino è voluto e non c’era esasperazione con questo bambino che dorme normalmente. Il suo unico errore è stato quello, paralizzato dalla caduta, di non parlarne subito. » Il sospettato accetta di essere rimandato a suo padre come parte di un controllo giudiziario.
Il consigliere generale, Isabelle Pagenelle, non condivide la stessa visione. In questo lei vede il rischio di un consulto con la moglie «casa clos familial». Nella prima fase, a metà settembre, descrive i risultati medici “ambivalente”. Per quanto riguarda la seconda denuncia, il padre ha cercato di nascondere alla tata la diagnosi di sindrome del bambino scosso.
Richiede la sua detenzione imperativa in un contesto di negazione “soprattutto perché il bambino rischia di morire”. Il tribunale conferma l'ordine di prosecuzione della custodia cautelare.