Nuova denuncia in Belgio contro il generale Christian Ndaywell

Nuova denuncia in Belgio contro il generale Christian Ndaywell
Nuova denuncia in Belgio contro il generale Christian Ndaywell
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Le prime denunce contro il generale Ndaywell sono state presentate alla procura federale belga dall’avvocato Alexis Deswaef, anche vicepresidente della Federazione internazionale per i diritti umani (FIDH). Si tratta in particolare dell’arresto dell’oppositore Salomon Kalonda, dell’arresto e dei maltrattamenti inflitti a un altro oppositore, Franck Diongo (che nel frattempo ha ottenuto il diritto d’asilo in Belgio), e dell’assassinio dell’oppositore Cherub Okende, il 13 luglio 2023.

Questa volta è il collettivo di avvocati delle parti civili delle comunità Banyamulenge, Hema e Tutsi del Nord Kivu, rappresentato in Belgio da Me Maingain, a sporgere denuncia, il 18 novembre, presso la Procura federale belga contro il generale Ndaywell in seguito alla morte nel carcere di Ndolo, il centro di detenzione Demiap di Kinshasa, del maggiore Thomas Ndizeye.

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Il maggiore (52 anni) era, secondo diverse fonti, assegnato a Goma (Nord Kivu) alla polizia giudiziaria di questa città. È stato arrestato il 28 marzo 2024, nel bel mezzo di una giornata lavorativa, dai servizi Demiap, prima di essere estradato a Kinshasa tre giorni dopo, il 31 marzo.

Secondo diverse testimonianze raccolte nella capitale congolese, il maggiore Ndizeye è morto il 14 maggio 2024 in seguito ai maltrattamenti (descritti nel comunicato stampa del collegio degli avvocati come “torture, trattamenti inumani e degradanti) inflitti dagli uomini del generale Ndaywell Il corpo della vittima è stato consegnato alla famiglia solo due mesi dopo. Il maggiore è stato sepolto il 13 luglio 2024.

Le testimonianze evocano le origini tutsi del maggiore per “spiegare” il suo arresto e gli abusi subiti. Vengono citate anche le continue e palesi minacce del suo superiore a Goma che minacciava di denunciarlo come collaboratore del movimento ribelle M23 sulla base delle sue origini etniche.

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A Kinshasa, il maggiore Ndizeye, un gigante di quasi due metri e più di 120 kg, è stato rinchiuso in una cella minuscola e sovraffollata, non gli sono state permesse visite dei suoi familiari e non ha ricevuto alcuna assistenza legale o medica. I suoi carcerieri gli hanno negato le medicine per la pressione sanguigna. La maggior parte di questi atti sono stati commessi a Kinshasa in luoghi e da uomini che ricadono direttamente sotto l’autorità del generale belga Christian Ndaywell, che rientra quindi nel diritto penale belga, spiega il Collettivo degli avvocati, che chiede alla Procura federale “di” aprire un’indagine giudiziaria o addirittura mettere il caso sotto inchiesta”, prima di annunciare di “aver ricevuto numerose altre denunce riguardanti atti di tortura e trattamenti inumani e degradanti commessi contro i tutsi all’interno del territorio Demiap. Al caso del generale belga a Bruxelles dovrebbero quindi aggiungersi altre denunce nelle prossime settimane.

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