Chi paga i danni causati dal figlio? Lo ha stabilito la Corte di Cassazione

Chi paga i danni causati dal figlio? Lo ha stabilito la Corte di Cassazione
Chi paga i danni causati dal figlio? Lo ha stabilito la Corte di Cassazione
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L’adolescente ha appiccato il fuoco diciotto volte, in spazi pubblici, ad Aubagne (Bouches-du-Rhône). Chi dovrebbe pagare per i danni colossali derivanti dalla separazione dei genitori? Il padre o la madre? Una questione decisa questo venerdì 28 giugno 2024 dalla Corte di Cassazione, che comporta un cambiamento nella giurisprudenza.

In questo caso, il padre ha ritenuto di non poter essere ritenuto responsabile, poiché il bambino viveva con sua madre. La Corte d’Appello inizialmente gli ha dato ragione. E per una buona ragione: finora la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha ritenuto che solo il genitore presso il quale il tribunale ha accertato la residenza del figlio possa essere condannato a risarcire il danno. In questo caso, in questo caso, la madre. Questo avviene in oltre il 70% delle separazioni. E anche la madre sarebbe implicata in modo analogo se il bambino fosse stato con il padre al momento dei reati, ad esempio durante l’esercizio del diritto di visita e di alloggio.

Nuova giurisprudenza

Venerdì la Corte di Cassazione ha cambiato la legge. D’ora in poi lo saranno i genitori separati, quando eserciteranno congiuntamente la potestà genitoriale “entrambi responsabili del danno causato dal figlio minorenne”. Secondo la sentenza della Corte, entrambi i genitori saranno responsabili, “anche se il minore risiede solo con uno dei genitori”.

“Quando i genitori esercitano congiuntamente la potestà genitoriale, la condizione di convivenza si ritiene pertanto soddisfatta anche quando sono separati e il figlio risiede solo con uno di essi”, spiega la Corte.

A meno che il bambino non sia stato affidato a terzi, “con una decisione amministrativa o giudiziaria”. ” In questo caso, continua la Corte, il figlio risiede con questa terza persona e i genitori del figlio minore non possono essere ritenuti responsabili, anche se continuano ad esercitare la potestà genitoriale. »

Nel caso Aubagne la Corte ribalta la decisione d’appello. Dovrà essere pronunciata una nuova sentenza.

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