Scoperta della vita marina di 515 milioni di anni

Scoperta della vita marina di 515 milioni di anni
Scoperta della vita marina di 515 milioni di anni
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Un team di ricercatori dell’Università di Poitiers in Francia ha appena pubblicato un articolo sulla rivista americana “Science” sulla scoperta in Marocco di due nuove specie di trilobiti in uno stato di conservazione eccezionale.

Secondo un comunicato stampa dell’équipe scientifica il cui lavoro è stato coordinato da Abderrazak El Albani, docente-ricercatore presso l’Istituto di Chimica degli Ambienti e dei Materiali di Poitiers, questi artropodi fossili ritrovati pietrificati nella loro ultima postura sono i rappresentanti di un pianeta risalente a 515 milioni di anni fa. vecchio ecosistema.

Spiegando questa scoperta, il team di ricercatori ha specificato che i vulcani situati ai confini delle placche tettoniche sono noti per le loro eruzioni esplosive e su larga scala, che possono generare diverse decine di km3 di materiale. Queste eruzioni possono intrappolare la vita presente quasi istantaneamente, preservando così sotto le loro ceneri le testimonianze di intere civiltà, come quelle di Santorini e del Vesuvio in Italia.

Affermano che con più di 22.000 specie scoperte nell’era Paleozoica (da -539 a -252 milioni di anni fa), i trilobiti rappresentano gli invertebrati fossili più conosciuti. Sebbene il loro esoscheletro di calcite conferisca loro un elevato potenziale di fossilizzazione, il motivo della loro abbondanza nella documentazione fossile, delle loro appendici non mineralizzate e degli organi interni è noto solo attraverso un numero limitato di esemplari.

In Aït Youb, precisa la stessa fonte, “515 milioni di anni fa, durante un’eruzione vulcanica, gli organismi viventi presenti furono sepolti da nuvole di fuoco. I tessuti biologici vennero poi consumati dal calore intenso, lasciando nelle ceneri solidificate solo delle cavità: le muffe degli organismi.

Questo studio getta nuova luce sull’organizzazione anatomica dei trilobiti, in particolare sulla parte della testa. In particolare, rivela per la prima volta in questa classe di artropodi fossili la presenza di un labrum, un apparato boccale morbido che funge da labbro superiore negli attuali euartropodi, chiudendo così un dibattito vecchio di oltre un secolo.

Il team di scienziati aggiunge che data l’importanza mondiale del sito studiato, sarebbe fondamentale tutelarlo classificandolo patrimonio mondiale dell’UNESCO.

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