Alcuni paesi del G20 vogliono tassare le fortune dei miliardari almeno al 2%, in tutto il mondo. In Svizzera l’idea piace alla sinistra. A destra, invece, è ritenuto inadatto e inadattabile.
Francesco Benini / ch media
La dichiarazione finale del vertice del G20 di Rio de Janeiro contiene una frase che basta a far rabbrividire i fiscofobici:
“Pur nel pieno rispetto della sovranità fiscale, stiamo lavorando insieme per garantire che gli individui molto ricchi siano effettivamente tassati”
L’ospite del vertice, il presidente brasiliano Lula, avrebbe voluto una formulazione più concreta questa settimana. Fa una campagna affinché i miliardari paghino almeno il 2% di tasse sulla loro ricchezza. Ciò genererebbe circa 250 miliardi di dollari di entrate all’anno.
Lula si considera il portavoce del Sud del mondo e ora intende portare il progetto all’ONU. Cosa significa questo per la Svizzera? Quali sono le reazioni a questa esigenza rivolta ai più ricchi?
Per il copresidente del PS Cédric Wermuth, “l’esplosione delle disuguaglianze resta certamente il problema fondamentale del nostro tempo”. Il suo collega di partito, il consigliere nazionale Fabian Molina, parla di “una misura attesa da tempo per affrontare i grandi problemi di questo mondo: la fame e la crisi climatica”. La Svizzera dovrebbe seguire l’esempio il Sud del mondo vuole riforme nella tassazione delle grandi fortune e non si lascerà deviare da questa strada. Il socialista zurighese è ancora convinto che la richiesta di giustizia fiscale diventi una priorità internazionale.
I Verdi seducono, la destra odia
I Verdi si dicono altrettanto favorevoli:
“Il nostro Paese deve assolutamente partecipare”
Lisa Mazzone, presidente dei Verdi
Secondo lei la distribuzione della ricchezza in Svizzera e nel mondo è estremamente diseguale. Una situazione che ostacola la lotta alla povertà e alla crisi ambientale:
“Ecco perché noi Verdi ci battiamo da tempo per un aumento delle tasse, soprattutto per i ricchi”.
Nel campo borghese, invece, l’idea stenta a diffondersi. Per il presidente del PLR, Thierry Burkart:
“Invece di discutere gelosamente su come dividere la torta, dovremmo garantire, attraverso una politica liberale, di avere una torta più grande per tutti”.
Per i liberali-radicali è fuori questione tassare di più la popolazione svizzera. Inoltre, l’esperienza dell’imposta minima dell’OCSE dimostra che gli Stati Uniti hanno ignorato le proprie regole per sottrarre i migliori contribuenti svizzeri:
“Alla fine, il centro economico sta perdendo la sua attrattiva, ed è la classe media a pagarne il prezzo”.
Il capogruppo parlamentare dell’Udc Thomas Aeschi sottolinea che «in Svizzera le persone più ricche pagano le tasse sul reddito, sulla ricchezza e tante altre, come quelle sui dividendi. Secondo lui la tassa federale è molto progressiva:
“L’UDC non crede nell’armonizzazione fiscale internazionale. Come è potuto accadere questo con l’imposta minima dell’OCSE per le imprese? Sotto la pressione di Bruxelles, l’abbiamo implementata, mentre quasi nessun altro paese la applica. Dobbiamo imparare dai nostri errori”.
Il presidente del Centro Gerhard Pfister è dello stesso avviso: l’adesione al progetto non è il caso. “Una tassazione moderata sui più ricchi funziona bene. Si prevede inoltre che contribuiscano ulteriormente alla coesione del Paese, ad esempio attraverso il sostegno a numerose istituzioni”. Ciò impedisce ad una certa classe sociale di staccarsi dal resto della società. Su questo punto in Brasile non è proprio la stessa cosa.
Molti stati senza tasse sul patrimonio
La Svizzera conta attualmente 86 miliardari, più di qualsiasi altro paese in rapporto alla sua popolazione. Cosa ne pensa il Dipartimento federale delle finanze di questa affermazione? “Seguiamo da vicino le discussioni sulla tassazione dei privati molto facoltosi in seno al G20”, afferma il capo della comunicazione Pascal Hollenstein. Secondo lui è importante per la Svizzera che ogni Paese possa tenere conto delle particolarità del proprio sistema fiscale nel tassare i contribuenti:
“Una regolamentazione internazionale uniforme mancherebbe il suo obiettivo”
Pascal Hollenstein sottolinea tuttavia che nel nostro Paese esiste un’imposta patrimoniale che apporta grandi benefici alle finanze pubbliche. In circa la metà dei Cantoni rappresenta almeno il 10% del gettito fiscale a livello cantonale e comunale. L’imposta sul reddito personale è generalmente progressiva.
Ernst Stocker, presidente dei direttori cantonali delle finanze, osserva:
«A differenza di molti Stati, in Svizzera esiste già un’imposta sulla sostanza. Viene riscossa a livello cantonale e apporta ogni anno ai Cantoni e ai loro Comuni circa nove miliardi di franchi di entrate fiscali».
Per il consigliere nazionale dell’Udc, Thomas Aeschi, vede un freno a questa tassazione dei miliardari: “Dubito che il governo Trump aderirà al progetto”.
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Tradotto e adattato da Valentine Zenker