Questo testo giuridico si inserisce nell’attuazione delle disposizioni della Costituzione del 2011, in particolare dell’articolo 23 che prevede, per la prima volta, che “ogni persona detenuta gode dei diritti fondamentali e di condizioni umane di detenzione”, in quanto “può beneficiare di una formazione e programmi di reinserimento”, ha indicato Ouahbi, spiegando che “nello sviluppo di questo progetto è stato preso in considerazione un ampio approccio partecipativo, soprattutto alla luce dell’adesione del Marocco al sistema internazionale dei diritti umani.
È stata inoltre effettuata una revisione completa e approfondita della legge che disciplina le carceri, ha affermato il ministro, aggiungendo che tale revisione ha tenuto conto della necessità di preservare la sicurezza dei detenuti, delle persone, degli edifici e delle strutture penitenziarie, di contribuire all’ordine pubblico , per garantire i diritti e la sicurezza dei detenuti e per migliorare le loro condizioni umane nonché per correggere il loro comportamento e reintegrarli nella società.
Ha inoltre accolto positivamente l’interazione positiva della maggioranza e dell’opposizione con le modifiche apportate ad alcuni articoli di questo disegno di legge dalla Camera dei Consiglieri, alla quale il Ministero “ha reagito positivamente, nello spirito di coordinamento, complementarità, cooperazione e rispetto che caratterizza il rapporto tra il potere esecutivo e quello legislativo.