Il primo ministro “vuole un metodo di governo basato sull'efficienza, sulla semplicità e sulla sobrietà”. E questo comincia, secondo lui, riducendo la dimensione dei cortei durante gli spostamenti e rispettando il codice della strada.
Pubblicato il 20/11/2024 07:58
Aggiornato il 20/11/2024 08:53
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Niente più convogli a 160 chilometri all'ora in autostrada, o che attraversano Parigi, con i lampeggianti e le grandi forze di polizia che li accompagnano. Dovranno farlo i ministri, che spesso viaggiano su questo o quel tema “ridurre le dimensioni dei loro cortei” et “rispettare il codice della strada”, si legge in una circolare del capo del governo, datata martedì 12 novembre, che Franceinfo ha ottenuto e rivelato mercoledì 20 novembre. “Voglio garantire che queste regole siano scrupolosamente rispettate nella vostra azione quotidiana, in particolare durante i viaggi organizzati nell'ambito delle vostre azioni sul territorio,” insiste Michel Barnier in questa circolare. Lo aggiunge “I mezzi impiegati in questa occasione non saranno in nessun caso ostentati”.
Un consigliere dell’esecutivo ammette: “Dopo cinque anni da ministro sarà strano doversi fermare al semaforo rosso”ma accoglie favorevolmente l'approccio impostogli da Michel Barnier. Una fonte riferisce a Franceinfo una scena. Dopo un viaggio, l'auto del Primo Ministro rimane bloccata nel traffico. Il suo autista fa per accendere i lampeggianti per poter procedere più velocemente, ma il capo del governo lo ferma subito.
Si tratta anche, in questa circolare, e nelle direttive impartite oralmente dal presidente del Consiglio ai membri del suo governo, del comportamento da adottare una volta sul posto, durante gli spostamenti. È un po' come “padre” Michel Barnier che chiede ai suoi “figli” ministri di comportarsi bene tra la gente. Regola numero uno: avvisare il prefetto in anticipo del suo arrivo, almeno 72 ore prima, salvo casi di emergenza. Regola numero due: una volta lì salutare tutti coloro che hanno partecipato all'organizzazione, dai più piccoli ai più grandi, e ringraziarli. E poi regola numero tre: prenditi tempo. Non si tratta di venire solo per un'ora o due, scattare qualche foto e tenere in mano un microfono. Il capo del governo li incoraggia a restare, per quanto possibile, per condividere un pranzo o una cena con chi li ospita. “È una tradizione repubblicana alla quale sono legato”scrive Michel Barnier.
Chiede anche quest'ultimo “variare le località scelte” per i viaggi, per farli fuori dalla regione parigina e dalle grandi metropoli facilmente accessibili. L'obiettivo, secondo lui: “adattare la nostra azione alle realtà dei territori” et “scambio con tutti i nostri concittadini”. Il Primo Ministro vuole questi viaggi “illustrare un messaggio chiaro” della sua politica. Evidentemente non è il caso di ostentare quando chiediamo sforzi ai francesi. Intorno a lui lodiamo “un nuovo metodo” dal suo arrivo a Matignon. Ma stenta a prendere forma in Parlamento, “Barnier gioca sul sostegno dell’opinione pubblica”secondo un macronista eletto. Appoggio che, convoglio o non convoglio, secondo lei finirà “crollandosi a causa dell’austerità di bilancio”.