la nuova versione del decreto prevede un tempo di attesa per i pazienti di 45 minuti

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Nella prima versione si menzionava semplicemente il “termine ragionevole”.

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Pubblicato il 20/11/2024 06:00

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Le ambulanze private sono parcheggiate. (JEAN-FRANCOIS FREY / MAXPPP)

Il tempo di attesa dei pazienti per le ambulanze e i taxi collettivi non dovrebbe superare i 45 minuti, ha appreso Franceinfo, che ha potuto consultare mercoledì 19 novembre la nuova versione della bozza di decreto. Nonostante le richieste delle associazioni dei pazienti, gli immunocompromessi dovranno condividere anche la propria ambulanza, il proprio taxi o il proprio veicolo sanitario leggero (VSL).

Un tempo massimo di attesa per il trasporto sanitario condiviso è quindi l'unica concessione fatta dal governo, secondo la nuova versione della bozza di decreto. Nella prima versione, a “tempo ragionevole” era stato semplicemente menzionato. Con la versione aggiornata le regole restano le stesse, c'è solo una precisazione sulla durata: dovrai quindi condividere il tuo veicolo sanitario con altri pazienti, con una deviazione possibile di dieci chilometri per passeggero, nel limite di una deviazione totale di trenta chilometri, ed il tempo di attesa per il trasporto sanitario condiviso, prima e dopo le cure, non deve superare i 45 minuti.

I taxi collettivi e le ambulanze fanno parte di una misura votata dal Parlamento nell'autunno del 2023 per consentire alla previdenza sociale di risparmiare. Il rimborso del trasporto sanitario è costato sei miliardi di euro nel 2022. E loro “è cresciuto lo scorso anno del 7%”, aveva difeso Frédéric Valletoux, allora ministro delegato alla Sanità, su franceinfo l'8 aprile. “Dobbiamo trovare il modo di contenere l’impennata di queste spese”ha detto.

Le associazioni dei pazienti hanno più volte chiesto al governo di consentire ai pazienti immunocompromessi, dializzati o sottoposti a chemioterapia, di mantenere il trasporto individuale, per evitare contaminazioni tra pazienti all'interno dello stesso veicolo. Una richiesta rimasta lettera morta, nonostante le promesse di Frédéric Valletoux, intervistato il 25 maggio sull'argomento su franceinfo. “Se si tratta dei più fragili, degli immunodepressi, la misura non li tocca!”aveva certificato il Ministro delegato alla Sanità. “Capiamo che qui sto parlando di persone che possono prendere lo stesso veicolo perché vivono nella stessa città e vanno nello stesso posto, alla stessa ora.”

La bozza di decreto dovrà passare il 3 dicembre davanti al consiglio nazionale del Fondo nazionale di assicurazione malattia (Cnam), ultimo passaggio prima della firma del decreto da parte del governo e della pubblicazione del provvedimento in Gazzetta ufficiale.


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