Il ministro Patrick Hetzel si concede il tempo di arbitrare

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Parla il ministro dell'Istruzione superiore e della ricerca, Patrick Hetzel. Sessione di interrogazioni al governo, al Senato, il 6 novembre. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

La tabella di marcia di Patrick Hetzel ricorda da vicino quella del suo predecessore al Ministero dell'Istruzione superiore e della ricerca, Sylvie Retailleau. Tranne un dettaglio: più che rimettere in pratica il lavoro, il nuovo ministro ha mostrato, martedì 19 novembre, la volontà di ripartire da zero su un certo numero di temi.

In primo luogo, con la riforma delle borse di studio destinate agli studenti in difficoltà economiche, che sarà oggetto di a “consultazione” nella primavera del 2025, due anni e mezzo dopo le cento udienze condotte dal professor Jean-Michel Jolion, incaricato nell'ottobre 2022 di guidare questo progetto. Da allora, l'osservazione è chiara: dobbiamo superare i difetti dell'attuale sistema di assegnazione che esclude una parte di studenti a basso reddito a causa di effetti soglia legati alla variazione, talvolta minima, del reddito dei genitori.

Vincolato da una legge finanziaria 2025 che non prevedeva di aumentare né gli importi stanziati né le scale di assegnazione per raggiungere più studenti, Patrick Hetzel ha giustificato la sua scelta di rivedere tutto: «Io lavoro con l'attuale legge finanziaria, quindi il percorso a cui dobbiamo puntare è l'inizio dell'anno scolastico 2026». Il portavoce dell'Unione studentesca è sorpreso: “Niente giustifica una nuova consultazione se l’obiettivo non è quello di ascoltare le richieste delle organizzazioni studentesche, in particolare riguardo a un reddito indipendente”, avverte Eléonore Schmitt.

“Pulire” nella formazione

Un altro progetto, la regolamentazione del lucroso insegnamento superiore privato, di cui Sylvie Retailleau avrebbe dovuto presentare una “etichetta” poco prima dello scioglimento dell’Assemblea nazionale, ha interrotto l’azione del governo. Patrick Hetzel si impegna a proporre per l'anno scolastico 2026 “una base comune di qualità della formazione” rafforzando al tempo stesso i controlli. “Dobbiamo fare pulizia”ha concordato, riferendosi al caso di 400-500 corsi di formazione già identificati come fraudolenti. Una “carta etica” per le fiere di orientamento deve inoltre garantire al pubblico la qualità della formazione presente e limitare le pratiche commerciali aggressive.

Su nuove basi viene rilanciata anche la riforma della formazione degli insegnanti delle scuole primarie e secondarie, anch'essa sospesa dallo scioglimento. “Con l’educazione nazionale elenchiamo tutti gli scenari possibili, anche sul sito del concorso [pas nécessairement placé en fin de licence, comme le prévoyait le projet précédent]. Non ci proibiamo nulla”, ha detto Patrick Hetzel. In ottobre Anne Genetet dichiarò di sì “un’ottima riforma”, che i due ministri “avrebbe cura di andare avanti”, senza specificare i termini.

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