Martedì 19 novembre, il Consiglio di Parigi osserverà un minuto di silenzio in omaggio a Paul Varry, ciclista di 27 anni ucciso da un automobilista in ottobre. Le tensioni sono una realtà per i ciclisti che usano la bicicletta quotidianamente. Le città devono essere pianificate correttamente per ridurre i conflitti, affermano associazioni come La Ville à vélo, a Lione, che organizza azioni sulle strade pubbliche.
Quella sera si trattava di distribuire luci per biciclette, a Caluire, alle porte di Lione, in un incrocio particolarmente scomodo. “I ciclisti devono farsi strada qui, descrive Philippe Blanc, volontario presso La Ville à vélo. È estremamente difficile perché ci sono anche molti pedoni che prendono la metropolitana. Abbiamo una larghezza di circa due metri, neanche quella, dove devono convivere tutti.” “C'è un po' di ingorgo per le bici, soprattutto la mattina. Prestiamo attenzione a tutto, guardiamo a destra, a sinistra, a sinistra, a destra”, dice una giovane madre a piedi, che non è mai del tutto in pace.
L'associazione tasta regolarmente il polso dei pedoni e dei ciclisti. “La pista non è abbastanza piana, il che significa che c'è il rischio che un camion, ad esempio, ci investa,” spiega un partecipante.
Nell’area metropolitana di Lione, l’uso delle due ruote è esploso dal 2019, con un aumento del traffico ciclistico di oltre il 60%. “Durante il Covid non volevo più prendere la metro, dice Luisaho preso la mia bicicletta e da allora sono lì. Ma non siamo ben visti dagli automobilisti in generale. Sono piccoli insulti, piccoli passaggi non rispettati. E poi ci sono le cargo bike, ci sono le bici elettriche, ce ne sono sempre di più. Di sicuro provoca tensione, anche tra i pedoni.” Alix ammette che di tanto in tanto perde la pazienza, le succede “a volte picchio sul cofano perché se ne va da solo e non penso necessariamente a quale potrebbe essere la reazione del guidatore.”
“Per il momento le cose stanno andando bene, ma non siamo mai al sicuro dal fatto che le cose sfuggano di mano, come a Parigi o altrove”.
Alice, ciclistasu franceinfo
“L’altra volta sono quasi stato investito da un’auto che mi ha tagliato la strada. È fastidioso”.aggiunge il ciclista. E per evitare tensioni, tutto è nel layout, assicura Pascal Genevois, di La Ville à vélo. “È completamente collegato, non c'è dubbio, assicura. Finché c’è spazio e le regole sono ben pensate, non dovrebbero esserci conflitti”.
Nel complesso, l'associazione ritiene che le infrastrutture stiano migliorando e che la velocità delle auto sia stata abbassata a 30 km/h in tutta Lione. Di conseguenza si registrano meno incidenti: dall'inizio dell'anno nel Rodano sono morti otto pedoni e cinque ciclisti. Ovviamente non esistono statistiche sulle scaramucce verbali tra gli utenti.
A Lione, un'operazione per sensibilizzare al rispetto reciproco tra automobilisti e ciclisti. Rapporto di Mathilde Imberty
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