Questo lunedì sera, come ovunque in Francia, i contadini del Gard hanno fatto sentire ancora una volta la loro rabbia a Nîmes. Tra blocchi, perquisizioni di camion e copertura di radar, denunciano l'accordo UE-Mercosur e le promesse non mantenute del governo.
Lunedì 18 novembre, i contadini del Gard sono tornati in campo per protestare, con una rabbia ben visibile a Nîmes. Denunciano con forza il mancato seguito agli impegni assunti in febbraio da un governo ormai dimesso. “Non pensavo che sarei tornato a poche centinaia di metri dall'autostrada dove eravamo meno di un anno fa”, confida David Sève, presidente della FDSEA du Gard. “Non vogliamo più promesse, vogliamo cose concrete adesso. »
La mobilitazione è iniziata intorno alle 17 davanti al centro di rifornimento Auchan, situato a Saint-Césaire. Un centinaio di manifestanti hanno bloccato gli ingressi al sito, costringendo una delegazione della marca ad accoglierli a visitare i magazzini. Una volta dentro, hanno notato una scarsa rappresentanza di vini locali. “Ci sono il 90% di vini francesi, ma solo il 15% sfusi. E quando si tratta del vino del Gard, a parte una tavolozza di Listel, è un deserto», lamentano i contadini.
“Non incasserai finché non incasseremo noi.”
Dopo questa prima azione, i manifestanti si sono spostati verso la rotonda dell'uscita autostradale Nîmes-Ouest, vicino al Carrefour Nîmes Étoile. Lì il tono si alzò. Attorno al “fuoco della rabbia” venivano grigliate le salsicce, ma l’atmosfera era prevalentemente improntata alla rabbia. I veicoli pesanti in uscita dal casello sono stati controllati, diversi sono stati perquisiti e un camion che trasportava frutta e verdura straniera, principalmente spagnola, ha visto scaricare parte del suo carico.
La serata è proseguita con l’operazione denominata “Chouette”, mirata ai radar del dipartimento. “Non rompiamo nulla, semplicemente copriamo”, dicono gli agricoltori. Il loro messaggio è chiaro: finché le loro richieste non verranno prese in considerazione, continueranno le loro azioni. “Non incasserai finché non incasseremo”, riassume uno dei partecipanti.
Per gli agricoltori del Gard, questa sera è l'ennesimo grido d'allarme in una lotta che sperano possa sfociare in azioni concrete. Se per martedì non è prevista alcuna azione, gli agricoltori si dicono pronti a continuare la lotta e ad altre azioni incisive…
Leggi anche:
Crisi agricola nel Gard: “Cosa aspetta il governo? Che ci sono 300, 400, 500 suicidi? »