Pubblicato il 19 novembre 2024 alle 10:19. / Modificato il 19 novembre 2024 alle 10:27.
Ci sono diversi Yan Walther. C’è il direttore molto dinamico del Pommier-Théâtre e del Centro culturale di Neuchâtel, che vede 300 spettacoli all’anno e sostiene le giovani compagnie che programma sponsorizzandole al Premio – premio incentivante per le arti dello spettacolo – e ai Salons degli artisti – incontri annuali che consentono a 12 compagnie francofone di “proporre” il proprio lavoro alle sale di produzione. Questo Yan Walther è anche autore, regista e slammer, vale a dire che crede nella parola che guida e nutre, la parola che ci permette di superare i traumi e dispiegare la nostra vita.
Ma c’è un altro Yan Walther. Quello che ha imparato il russo all’Università di Losanna ed è andato a vivere a San Pietroburgo per due anni. La padronanza della lingua di Cechov gli ha permesso di fare la guida sulla Transiberiana, di lavorare come assistente personale di un miliardario kazako, quindi di dirigere un’azienda specializzata nella perizia di opere d’arte collegate al mondo intero. In questo periodo, dal 2014 al 2018, il trentenne ha messo in pausa la creazione artistica, ma ha sempre attizzato la brace del suo sogno: dirigere un teatro.
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