Per Anne Hidalgo, un Consiglio di Parigi che sembra un resoconto di fine mandato

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Il sindaco di Parigi, la socialista Anne Hidalgo, durante le riunioni del movimento Place publique, a La Réole (Gironda), 5 ottobre 2024. THIBAUD MORITZ/AFP

Come un'aria di valutazione della durata del mandato. Il Consiglio di Parigi, che inizierà martedì 19 novembre, promette di essere il grande momento politico finale del secondo – e forse ultimo – mandato di Anne Hidalgo. A poco meno di un anno e mezzo dalle elezioni municipali per le quali il deputato socialista di Parigi Emmanuel Grégoire, ex primo vice di Anne Hidalgo, si è appena candidato, è l'occasione per l'esecutivo parigino di segnare gli assi principali della sua politica perseguita da dieci anni dando loro una coerenza complessiva orchestrata attorno a quattro piani strategici. Sintetizzare il racconto politico generale prima dell’inizio della corsa elettorale per il 2026, di fronte a un’opposizione pronta sulla linea di partenza, determinata a non fare alcuna concessione.

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Il colore dato dalla maggioranza ai progetti sottoposti al voto questa settimana non è mai stato così verde. Il piano climatico, il piano urbanistico bioclimatico locale, il piano di salute ambientale e il piano di resilienza sono tutti interconnessi e focalizzati attorno allo stesso tema: riuscire a fare di Parigi una città che rimanga abitabile in una crisi climatica già iniziata.

Nel piano sul clima, previsto per il periodo 2024-2030, ciò si traduce in un insieme di 500 misure a medio e lungo termine, che delineano la lotta della capitale contro il cambiamento climatico. Riduzione dell'impronta carbonica e del consumo energetico, sviluppo delle fonti rinnovabili, rivegetazione, rinnovamento degli spazi pubblici, riqualificazione termica degli edifici, priorità alla bicicletta rispetto alle automobili, conservazione e valorizzazione delle risorse idriche… i temi sono tanto diversi quanto numerosi, troppi , anche per il gruppo Les Républicains, che lo vede come un “Preverti l'inventario” et “molte promesse vuote”, quando si cambia Parigi (il gruppo di Rachida Dati, sindaco di 7e distretto) denuncia a “documento onnicomprensivo che allinea le promesse senza garanzie di raggiungimento”.

“Visione direttista”

Creare 300 ettari di spazi verdi? Impossibile, ritiene il vicepresidente del gruppo Changer Paris, David Alphand, che ha calcolato che ciò equivarrebbe a “420 campi da calcio” e non vede come raggiungere questo obiettivo se non includendo i cimiteri parigini. È anche in questo piano che troviamo l'istituzione della zona a traffico limitato nel centro di Parigi, l'abbassamento della velocità sulla tangenziale a 50 km/h o l'aumento della tariffa di parcheggio per i veicoli pesanti, tutte misure duramente denunciato dall’opposizione.

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