Un imprenditore di Montérégie viene condannato a cinque anni di carcere per aver avuto una relazione con la nipote di 14 anni, che ha dato alla luce il loro bambino quando era ancora minorenne.
Dopo più di cinque anni di procedimenti giudiziari, l’imputato è stato condannato la scorsa settimana a 63 mesi di detenzione presso il tribunale di Saint-Hyacinthe per diverse accuse di sfruttamento sessuale e violenza sessuale risalenti al 2004.
La vittima ha iniziato a vedere suo zio dopo averlo incontrato a un funerale. Lui all’epoca aveva 41 anni, lei 14.
L’adolescente, cresciuto in una famiglia disfunzionale, ha iniziato a trascorrere molto tempo con l’imputato, la cui identità è protetta per garantire l’anonimato della vittima. La coppia faceva sesso un paio di volte a settimana.
L’accusato, conducendo lui stesso una vita dissoluta, iniziò a comprargli alcol e droghe. Le aveva persino comprato la lingerie che indossava quando la portava a prendere il sole, con l’approvazione della madre della vittima che non era a conoscenza della relazione.
“È in questo contesto di palese disuguaglianza tra i due partner, soprattutto in termini di età, reddito e stabilità, che i rapporti sessuali tra loro, sebbene consensuali, costituiscono in realtà sfruttamento sessuale”, ha sottolineato il giudice Christian Jarry.
Violenza domestica
La violenza domestica ha rapidamente interferito nella vita della coppia. L’imputato, 27 anni più grande di lei, ha finto di versarle addosso il contenuto di una tanica di benzina.
“È facile immaginare la paura della vittima […] e l’immagine, perfino il rischio, che ciò implica, di trasformare la vittima in una torcia umana”, il giudice Jarry era indignato.
La vittima, che ha abbandonato la scuola, ha cambiato spesso lavoro e residenza durante questo periodo.
L’adolescente rimase quindi incinta e diede alla luce un maschio prima di raggiungere la maggiore età. Ciò però non ha migliorato i rapporti all’interno della coppia, tanto che la vittima ha dovuto rifugiarsi più volte in un centro di accoglienza per persone bisognose.
Ricostruire
Quando ha rotto definitivamente con lo zio nel 2013, la vittima ha dovuto ricostruirsi finanziariamente, psicologicamente e fisicamente, ha testimoniato durante le osservazioni della sentenza.
Alcuni anni dopo, l’imputato fece irruzione nella casa di sua nipote per tentare di violentarla. Un amico della coppia, però, è riuscito a farlo allontanare prima che prendesse provvedimenti.
In questo caso la difesa ha chiesto 20 mesi di reclusione in comunità. Questa proposta, però, secondo il magistrato, era “del tutto inadeguata”.
La Corona ha chiesto dai sei ai sette anni di penitenziario.
Il sessantenne ha potuto essere rilasciato in attesa della decisione della Corte d’Appello poiché aveva contestato il suo verdetto di colpevolezza.
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