Concedere un diritto senza precedenti e “antidemocratico” ai proprietari, o tenere conto della loro opinione per evitare futuri blocchi. Due visioni si scontrano nel quadro della modifica della legge generale sulle zone di sviluppo (LGZD), presentata ai ginevrini il 24 novembre. Si tratta dello sviluppo di Piani Localizzati di Quartiere (PLQ), che consentono di costruire alloggi e strutture pubbliche, in questo caso su terreni declassificati, principalmente in aree residenziali.
Il disegno di legge prevede un intero processo di consultazione prima della definizione di un PLQ, compresi i proprietari dell’area interessata, che sono invitati ad una prima sessione tramite lettera raccomandata. Una volta presi in considerazione i pareri e fatti gli arbitrati, il progetto viene sottoposto ai proprietari dei terreni interessati. In caso di rifiuto da parte della maggioranza assoluta dei presenti, si procede ad una votazione consultiva comunale. Su questa base il Comune dà poi la propria diffida, con possibilità di referendum comunale e, al termine del processo, il Cantone decide se adattare o meno il progetto. In caso di rifiuto decide il Gran Consiglio. Allora sarà possibile un referendum cantonale per pronunciarsi definitivamente sul PLQ.
Il testo, adottato dalla maggioranza di destra del Gran Consiglio come controprogetto all’iniziativa Urbadem (vedi box), è stato oggetto di un referendum indetto dalla sinistra e da associazioni, tra cui Alsoca. Se non si oppongono alle prime fasi della consultazione, i referendum contestano il fatto che i proprietari, siano essi persone fisiche o giuridiche, svizzeri o no, possano innescare una votazione senza passare attraverso una raccolta di firme. Denunciano una legge “antidemocratica” che garantisce “diritti politici esorbitanti” e “favorisce gli interessi privati dei proprietari”.
“Ci sono già delle consultazioni”, sottolinea Romain Gautier, membro dell’Unione popolare. Permettendo ai proprietari di dare il via libera, lasciamo che sia una categoria a decidere a scapito dei residenti di un intero quartiere. Ciò consentirebbe di decidere anche alle aziende che magari non hanno sede a Ginevra». “Questa legge è pericolosa, bloccherà la costruzione di alloggi a prezzi accessibili, mentre ce ne sarà carenza”, sottolinea Caroline Reynold, deputata socialista e avvocato di Asloca. Teme uno “strumento di ricatto” che farebbe aumentare il prezzo dei terreni, con conseguente diminuzione delle risorse per sviluppi di qualità. E “non può succedere nulla per 10 anni”, avverte David Martin, deputato verde e membro della commissione di pianificazione del Gran Consiglio.
“Penso che sia necessario costruire e densificare, e l’unico modo per farlo è consultare le persone, anche se ciò potrebbe rallentare il processo”, spiega Adrien Genecand, deputato del PLR e membro della commissione di pianificazione. Nelle aree in cui i residenti non vogliono costruire, il progetto generalmente non va avanti”. Quanto al carattere antidemocratico denunciato dalla sinistra, vede un paradosso: “A che punto è antidemocratico far votare la gente?”
Il presidente dell’associazione dei proprietari Pic-Vert, Michel Schmidt, ritiene che la modifica della legge pone il Cantone, i Comuni, i proprietari e la popolazione comunale su un piano di parità, “cosa che oggi non è più ‘hui’: “Attualmente , alcuni promotori acquistano terreni e poi sono loro che si accordano con il Cantone per sviluppare un PLQ», spiega. Il progetto quindi è già molto avanzato quando viene presentato ai residenti”. La legge modificata rende possibile “impegnarsi in discussioni a monte piuttosto che avere frustrazioni e opposizioni a valle”. E invece di dare troppo potere ai proprietari, “il controprogetto in votazione permetterebbe alla popolazione di dire la sua”.
Paura di un “loop infinito”
L’iniziativa Urbadem, sostenuta da diverse associazioni tra cui Pic-Vert, proponeva in particolare di dare ai proprietari la possibilità di proporre il proprio progetto PLQ, che avrebbe potuto anche essere oggetto di opposizione. Temendo un “loop infinito” che avrebbe bloccato definitivamente i progetti, la maggioranza del Gran Consiglio ha sviluppato un controprogetto, mentre i promotori hanno ritirato il loro testo.