al processo di rue d'Aubagne, le famiglie dipingono i ritratti delle vittime del crollo degli edifici

al processo di rue d'Aubagne, le famiglie dipingono i ritratti delle vittime del crollo degli edifici
al processo di rue d'Aubagne, le famiglie dipingono i ritratti delle vittime del crollo degli edifici
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La tragedia ha provocato la morte di otto persone. Nel processo sui crolli mortali degli edifici di rue d'Aubagne a Marsiglia, sei anni fa, la corte ha ascoltato, venerdì 15 novembre, le famiglie delle vittime, dopo aver sentito da esperti che hanno descritto il degrado di questi edifici e gli allarmi ignorati.

Tra i racconti commoventi dei parenti delle vittime, c'è in particolare quello di Didjiak. Racconta allo stand di suo fratello Papé, che descrive come il suo idolo. Ha lasciato il Senegal nel “la speranza di una vita migliore”. Papé aveva 40 anni, è morto nell'appartamento di Simona. Andava spesso a casa sua, al 3° piano, “per rassicurarla”. Simona, 30 anni, aveva paura di questo edificio ma “Non voleva che ci preoccupassimo.”dicono i suoi genitori. Avevano contribuito affinché potesse muoversi. “Gli abbiamo detto: 'Lascia tutto e vai via'grida sua madre, “ma lei continuava a ripetere: gli esperti dicono che non ci sono rischi”.

Simona aveva scelto Marsiglia per il sole, il mare, come Marie. Questa artista di 55 anni che amava il suo quartiere, i suoi odori di spezie, i suoi abitanti eterogenei. Viveva al 5° piano. Suo fratello Paul racconta che quando la madre capì che Marie era sotto le macerie, “è caduta a terra”vittima di un ictus. “Aspetto che i responsabili vengano giudicati”spiega Paolo.

“Che possiamo dire a tutti coloro che gestiscono case non degne: 'State attenti, la giustizia c'è, vigila e punisce.'”

Paul, fratello di una vittima

su franceinfo

Molti inquilini avevano messo in guardia sullo stato dell'edificio. Fino a quest'ultima telefonata al pompiere, la notte prima della tragedia, trasmessa dal tribunale. Un appello agghiacciante che risuona nell'immensa aula del tribunale. Sono le 2.40 del mattino del 5 novembre, poche ore prima dei crolli. Marie è nel suo letto e riferisce di aver sentito dei rumori al pompiere: “C'è stata una grande crepa, è spaventoso! Ha fatto un'altra crepa.” “Le crepe stanno diventando più grandi?”chiede il pompiere.

“Sì, quello accanto al mio letto, sta diventando più grande”indica Marie che spiega che c'è stato, qualche giorno prima, un intervento dei servizi di emergenza, una visita di un esperto, ma che l'edificio non è stato evacuato. “Continuo a chiamare il curatore”ha detto più volte. Marie chiede al pompiere: “Può cadere così, all'improvviso?” “Nonrisponde il pompiere, un edificio non crolla all'improvviso, puoi tornare a dormire.”

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