il deputato della Seine-Saint-Denis, Thomas Portes, minacciato di morte

il deputato della Seine-Saint-Denis, Thomas Portes, minacciato di morte
il deputato della Seine-Saint-Denis, Thomas Portes, minacciato di morte
-

Par

Editoriale Parigi

Pubblicato il

13 novembre 2024 alle 21:33

Vedi le mie notizie
Segui le notizie di Parigi

Il deputato della LFI Thomas Portes ha annunciato, mercoledì 13 novembre 2024, di aver presentato una denuncia per “minacce di morte” per una lettera ricevuta all’Assemblea. L'autore di questa missiva gli ha promesso “una pallottola in testa”.

“Acido in bocca”

“Hai famiglia, ti prenderanno l’acido in bocca” (e) “poi ti prenderai una pallottola”, si legge in particolare sulla lettera manoscritta, consultata dalAFP, e rivelato anche da Libération.

In fondo al foglio compare anche la dicitura “noi siamo il GUD” come iniziale. L'Union Defense Group, un movimento di estrema destra, è stato sciolto a giugno.
Sul retro del foglio è presente anche a svastica disegnato.

Il parlamentare ha dichiarato di averlo ricevuto per posta all'Assemblea nazionale.
“Io sono un bersaglio dell’estrema destra per anni. Nel 2018 la Génération identitaire mi ha fatto causa, cosa che ho vinto, perché li avevo definiti neonazisti. Evidentemente la situazione ha subito un'accelerazione da quando sono diventato parlamentare”, ha dichiarato Thomas Portes, contattato dalAFPprecisando di aver già sporto denuncia in più occasioni per minacce di morte ricevute via mail, telefonicamente o tramite messaggi sui social network.

“Quando sei un leader politico purtroppo ci sei abituato. Ma basta destabilizzante anche per coloro che ti circondano, che devono essere protetti”, ha lamentato, denunciando una “recrudescenza di messaggi odiosi”.

Segui tutte le notizie dalle tue città e media preferiti iscrivendoti a Mon Actu.

-

PREV Come la Francia ha aiutato Quincy Jones a diventare il maestro indiscusso della musica negli Stati Uniti – edizione serale Ouest-France
NEXT L’offensiva della Francia sugli standard di CO2 mette a dura prova l’UE e le ONG