“La Francia potrà ridurre significativamente il suo debito pubblico solo rafforzando il suo tessuto produttivo”

“La Francia potrà ridurre significativamente il suo debito pubblico solo rafforzando il suo tessuto produttivo”
“La Francia potrà ridurre significativamente il suo debito pubblico solo rafforzando il suo tessuto produttivo”
-

lL’esplosione del deficit pubblico non è un problema congiunturale. Da quasi quarant’anni, il debito pubblico francese non fa che aumentare. A questi deficit pubblici si aggiungono da quasi venticinque anni i deficit esterni che vanno accumulandosi e, di conseguenza, il debito estero che si gonfia.

L’attuale crisi di bilancio è solo l’indicatore di un modello di crescita che sta perdendo slancio. Pertanto, la riduzione dei deficit può essere fatta solo attaccandone le radici: la progressiva atrofia del nostro tessuto produttivo, con un’economia sempre più squilibrata tra consumi e produzione nazionale, e sempre più dipendente dalla spesa pubblica.

Il modello economico francese è stato costruito sul consumo, e la deindustrializzazione degli ultimi quarant’anni non ha fatto altro che accentuare la dipendenza da questa leva della crescita. Il sostegno alla domanda e la deindustrializzazione si autoalimentano in un circolo vizioso dal quale è sempre più difficile uscire: stimolare la domanda è benefico per la crescita a breve termine, ma a costo di un aumento delle importazioni (particolarmente forte in quanto il Paese è deindustrializzato) e un deterioramento della nostra competitività: i prezzi stanno aumentando, spinti dall’attività in settori protetti dalla concorrenza internazionale. Il corollario di questo maggiore sostegno alla domanda è quindi quello di reindirizzare l’attività verso settori protetti, in particolare i servizi o l’edilizia, a scapito del settore manifatturiero.

Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati Lotta al deficit pubblico: “Uno shock di bilancio eccessivo distruggerebbe la crescita, aumentando al contempo i danni economici e sociali”

Leggi più tardi

Una tendenza che la moneta unica ha ulteriormente rafforzato: grazie all'euro, la Francia ha potuto perseguire politiche espansionistiche senza preoccuparsi dei deficit esterni che si accumulavano e sembravano indolori… mentre la nostra deindustrializzazione accelerava. Questo sostegno alla domanda ha incluso in particolare un aumento della spesa sociale (in particolare pensioni e sanità), che è aumentata negli ultimi quarant’anni di 16 punti di prodotto interno lordo (PIL) in Francia, rispetto ai 4 punti di PIL in Germania. o in Svizzera, e che nello stesso periodo è addirittura diminuito in Svezia (di 1,5 punti).

Un'infusione di denaro pubblico

Oggi è proprio la sostenibilità del nostro modello di crescita a sollevare interrogativi. Il divario tra consumi quasi continuamente stimolati e una produzione industriale stagnante può essere colmato solo a costo di un crescente debito estero: mentre nel 1999 la Francia aveva un debito netto nei confronti del resto del mondo pari a quasi il 15% del PIL, questa posizione si è progressivamente deteriorata. raggiungere un debito estero pari a −37% del PIL nel 2023.

Ti resta il 63,44% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

PREV quale status per gli assistenti familiari?
NEXT Coppa di Francia. L'elenco completo di tutte le partite del 7° turno