Il turismo archeologico in Marocco contribuisce a rafforzare l’identità culturale nazionale (diplomatico)

Il turismo archeologico in Marocco contribuisce a rafforzare l’identità culturale nazionale (diplomatico)
Il turismo archeologico in Marocco contribuisce a rafforzare l’identità culturale nazionale (diplomatico)
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Città del Vaticano – L’Ambasciatore del Marocco presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta, Rajae Naji Mekkaoui, ha sottolineato giovedì il ruolo del turismo archeologico nel Regno, che contribuisce a rafforzare l’identità culturale marocchina mettendo in risalto la ricchezza della sua storia e delle sue tradizioni .

Intervenendo alla 26a Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, recentemente organizzata a Salerno (Italia meridionale), Naji Mekkaoui ha sottolineato l’importanza del turismo archeologico che svolge un ruolo importante nella preservazione e conservazione dei siti archeologici nazionali.

Il diplomatico, a questo proposito, ha ricordato le ultime scoperte archeologiche avvenute in Marocco, tra cui l’homo-sapiens più antico del mondo risalente a 300.000 anni fa, nonché i gioielli e gli strumenti da cucito più antichi del mondo, oltre al sito archeologico dell’ Oued Beht, recentemente portato alla luce.

Queste scoperte epocali, ha continuato, hanno permesso di scrivere una nuova pagina nella storia preistorica del Marocco, testimoniando lo stile di vita avanzato delle società e civiltà marocchine del Neolitico.

Ha sottolineato la ricchezza dell’architettura in Marocco nel corso dei secoli, che incarna una miscela unica di influenze culturali e di civiltà, testimoniando un picco di raffinatezza, prosperità e manifesta distinzione architettonica, culturale e artistica.

In questa occasione, Naji Mekkaoui ha evidenziato, con immagini di supporto, i monumenti archeologici, architettonici e decorativi di ciascun periodo, in particolare la Mauretania Tingitana (Shalla), l’era fenicia (Essaouira, Lixus) e il periodo romano (Volubilis).

La civiltà e l’architettura raggiunsero il loro apice con il periodo idrissidico (la Moschea Moulay Idriss, l’Università Al Quaraouiyine e la sua fondatrice Fatima al-Fihri), seguito dai periodi Almoravide e Almohade (la Qoubba, la Koutoubia, la Giralda, la Kasbah des Oudayas , la moschea e la torre Hassan), per culminare sotto i Mérinidi con le loro numerose scuole (la scuola Bou Inania…), poi la I Saadiani (le tombe Saadiane) e infine l’epoca alawita, segnata da una moltitudine di monumenti (la porta Bab Mansour, le porte di Fez, ecc.), ha elencato.

Queste epoche furono un affascinante modello di grandiosità e raffinatezza architettonica, che il defunto Sua Maestà Hassan II desiderava evidenziare in opere architettoniche, come la Moschea Hassan II e la Moschea Lalla Soukaina.

La signora Naji Mekkaoui ha partecipato a questa 26a edizione su invito del cardinale Gianfranco Ravasi, fondatore dei Cortili dei Gentili e presidente dei Pontifici Consigli della Cultura, Archeologia Sacra e Beni Culturali della Chiesa, che ha espresso il desiderio di vedere la ricchezze del Regno parteciperanno alle prossime esposizioni di questa grande fiera mediterranea.

La “Borsa Mediterrana del turismo archeologico” è patrocinata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, nonché da organizzazioni culturali e turistiche internazionali.

Questo incontro annuale, che mira in particolare a promuovere le destinazioni turistiche archeologiche e a promuovere parchi e musei, vuole essere uno spazio di scambio e dibattito attorno a temi fondamentali legati all’archeologia e alla conservazione del patrimonio culturale nel mondo. È stato caratterizzato da un programma ricco e vario che comprendeva tavole rotonde, workshop interattivi e mostre, riccamente ospitate da esperti internazionali.

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