08 novembre 2024 |
Commenti chiusi su Piccoli giocatori, progetto di François Chaignaud, al Museo del Louvre/Festival d'Automne
© 2024 Museo del Louvre – Louis de Ducia
ƒƒ articolo da Nicolas Thévenot
Di solito le attraversiamo senza indugiare, le scavalchiamo con passo frettoloso, ci degniamo appena di calcolarle, queste stanze che non sono proprio anticamere dove attenderebbe un tempo immemorabile, uno spazio che sembra un gigantesco sotterraneo da cui esala un soffio fresco oltre la tomba. Siamo sotto il Louvre, nelle sue fondamenta, spessi muri di pietre scavate, sussurri di un altro tempo: il Louvre medievale. Su invito del Museo e del Festival d'Autunno, dopo le danze non umane di Jérôme Bel presentate un anno fa, è la volta del vibrante ed emozionante François Chaignaud a mettersi in gioco. Pur venendo chiaramente fuori. Perché investire in queste pianure, che non hanno né il lustro né lo splendore dei grandi saloni celebrati in tutto il mondo, è un po' come camminare sotto le gonne di tua madre, o sotto la tavola di un banchetto, è disertare gli ori per guadagnarseli beni comuni. Significa anche, letteralmente, tornare alle origini.
IL Piccoli giocatoricosì battezzati dal suo ideatore, si uniscono alla mostra Figure dello stolto. Dal Medioevo ai Romantici che ha debuttato al Museo del Louvre e che deve essere visto prima o dopo la performance ambulatoriale proposta da François Chaignaud. Non che l’uno possa illustrare o decodificare l’altro, ma piuttosto che i due funzionano insieme come camere di eco. Il pubblico entra, uno per uno, in un periodo di tempo silenzioso tra ciascuno, l'opportunità di lasciare il mondano per entrare in un mondo nuovo, anche se vecchio. Quello di Piccoli giocatoriche certamente segnala il rifiuto del grande gioco, e forse altrettanto quello del grande io, dell'orco contemporaneo che ci divora interamente. Formando tante stazioni su un cammino laterale, solitudini, duetti, trii e più numerosi insieme declinano tante combinazioni e arcipelaghi dell'essere umano. Questi Piccoli giocatorilontane cugine delle pazze del Medioevo, sembrano uscite da un dipinto di Bosch o di Brueghel. C'è qualcosa nei costumi, nei volti dipinti, che invita in questa direzione, ma ancor di più sono i corpi, come quelli di questa scena iniziale, che si divertono attorno a un grande palloncino rosso, a riportarci lì. Avanzando a quattro zampe, curvandosi all'indietro, come un uovo, ruzzolando, aggrappandosi, il pazzo è colui che non segue la retta via decretata dall'ordine costituito, molto più del malato di mente a cui oggi associamo l'intero termine , senza condivisione. Divertenti, giocose, le piccole forme sciamano lungo un percorso, annidandosi negli anfratti dello spazio, formando così una passerella. Capovolgendosi, comportandosi come una bestia a due o tre teste, producendo venti, governando una flottiglia di vibratori, il Piccoli giocatori certamente disturbano il buon senso. Ma ancor più, queste figure folli (in senso medievale) si districano nel tempo, lo creano, lo scavano, come tante gallerie che forano un muro invalicabile. Magnifiche canzoni a cappella risuonano come un loop infinito in questi corridoi del tempo, dove il lontano si unisce al vicino. Il passato si ricongiunge al presente. La forza performativa dell'evento è dovuta alla sua struttura diffratta che lavora in una comunione profonda, invisibile e organica degli interpreti, ma anche al carattere fragile e minore degli atti coinvolti. È questo piccolo che diventa immenso, come sotto il effetto di una lente d'ingrandimento che finalmente potremmo adattare alla nostra vista. La follia è una critica al suo tempo. Quello di Piccoli giocatori è forse indicare la tomba perduta della nostra razza, l'esagerazione della nostra società dello spettacolo: il loro riserbo, la loro calma, il loro assorbimento nel presente dei vivi, il loro silenzio, la loro semplicità, delineano una poetica del ritiro che assume un valore particolarmente etico.
© 2024 Museo del Louvre – Firenze Brochoire
Piccoli giocatoriprogetto di François Chaignaud.
Con (in corso): Esteban Appeseche, Cécile Banquey, Marie-Pierre Brébant, François Chaignaud, Samuel Famechon, Florence Gengoul, Pierre Morillon, Cassandre Muñoz, Marie Picaut, Alan Picol, Maryfé Singy, Ryan Veillet
Collaboratore artistico: Baudouin Woehl
Assistenza alla direzione musicale: Marie-Pierre Brébant, Alan Picol
Costumi: Romain Brau
Creazione e gestione luci: Abigail Fowler
Costumista: Alejandra Garcia
4, 7, 9, 11, 14 e 16 novembre 2024
Continuativo dalle 19:30 alle 23:30 ogni sera di spettacolo, ingressi ogni 20 minuti
Museo del Louvre
75001 Parigi
prenotazioni: 01 40 20 53 17 / 01 53 45 17 17
www.louvre.fr
www.festival-automne.com