gli agricoltori rischiano di nuovo di bloccare le strade?

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Cresce il malcontento tra i contadini del Gard. Incontro con Romain Angelras, presidente dei Giovani Agricoltori del Gard.

Come David Sève, presidente della FDSEA Gard, Romain Angelras lascia esprimere la sua indignazione. A 36 anni, lavorando nell'azienda agricola di famiglia insieme al fratello, il viticoltore si impegna nell'interesse del settore. Fu a 21 anni che si mise nei guai, non parlategli di sradicamento delle viti per i giovani, “È un mestiere di passione, che colpo al cuore dire a un viticoltore di prendere 4000 euro e fermarsi”. L'agricoltore preferirà piuttosto a “tempo di sradicamento temporaneo, per congelarne i diritti e reimpiantarlo sette anni dopo”. A fortiori nelle terre del Gard, “non è sui ciottoli dei vigneti delle Costières che coltiverete le insalate”, commenta sarcastico. Il clima è teso “molti agricoltori del Gard sono allo sbando”, sospira Romain Angelras che dice di operare in negativo sui suoi conti. Per poter vivere della professione occorrerebbe un fatturato di circa “6000 euro per ettaro”, ma quelli osservati nel Gard” tendono ad essere intorno ai 4000, anche 3500″ per i più vulnerabili. Una crisi tanto più acuta in quanto l’agricoltura rappresenta un pilastro dell’economia del Gard, con le sue 4.200 aziende agricole.

Rischi climatici, muffe, margini dei distributori…

Recentemente è avvenuta un'operazione della JA e della FDSEA in un negozio Lidl a Bagnols-sur-Cèze. “Una bottiglia della Côtes-du-Rhône è stata venduta a 1,39 con il sistema della promozione, è intollerabile”, protesta Romain Angelras che lo vede come un tradimento, visto il costo di produzione di una bottiglia. A ciò si aggiungono i rischi climatici e le temute malattie fungine come la peronospora, che distrugge i raccolti. “Ci sono state portate via così tante molecole che non abbiamo più nulla di efficace da trattare”, affligge il viticoltore che, oltre agli scarsi raccolti, paga anche i costi delle cure. La produzione del Gard ammonta solitamente a circa 3,2 milioni di ettolitri, gli ultimi dati parlano di solo 2,5 milioni tra marzo e settembre 2024”. Nel nostro territorio di Costières, che si estende fino ad Aigues-Mortes, intorno a Remoulins e verso Bagnols, stiamo subendo la perdita maggiore, un calo del raccolto di circa il 35%, o addirittura dell'80% per il biologico. allarma il viticoltore. Stesse preoccupazioni dalla prima cantina biologica francese Héraclès (qui il nostro articolo).

“Dobbiamo investire nella Ricerca”

Lo scorso gennaio, “non immaginavamo che avremmo avuto un anno ancora più catastrofico del precedente”deplora il viticoltore, ricordando che molti agricoltori l'hanno fatto “hanno sacrificato la vita familiare per lavorare di notte”. Per quanto riguarda il fondo di crisi liberato dalle autorità pubbliche in seguito alla rivolta, che varia da 3.000 a 10.000 euro a seconda delle aziende agricole, “La prefettura del Gard è stata efficiente su questo punto e ha permesso di sbloccare rapidamente i fondi”riconosce Romain Angelras. Resta il fatto che altre misure relative alla concorrenza sleale non sono state attuate. Per il viticoltore è adatto “Investire in Ricerca” riguardante l’agricoltura sostenibile senza sacrificare la propria attività. Da rivedere anche il sistema assicurativo e contro le catastrofi agricole, considerato troppo rigido e i cui calcoli risultano non adeguati alla realtà del territorio.

Un appello alla mobilitazione il 18 novembre

A livello nazionale, un avviso è stato presentato nell’ambito di un appello alla mobilitazione il 18 novembre. “Abbiamo l'ordine della FNSEA e della JA di tenerci pronti”confida il viticoltore. Un futuro blocco stradale? “Temo una cosa riguardo alla rabbia… I contadini non hanno più nulla da perdere, se finiscono in prigione non è questo l’obiettivo”giudice Romain Angelras. Una cosa è certa: da qui al 18 novembre, è probabile che emergano altre azioni eclatanti nel Gard… Video intervista con Romain Angelras qui sotto:

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