Hérault: la prefettura rende omaggio a tre eroine della Resistenza

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Editoriale metropolitana

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6 giugno 2024 alle 12:56

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In occasione della commemorazione 80 anni dello sbarco in Normandia e della Liberazione della Francia che si svolgerà questo giovedì, 6 giugno, la prefettura dell’Hérault ha scelto di fare un tributo ha Ginette de Scitivaux, Teresa Nichterwitz E Sabine Zlatine attraverso di loro, tutte le donne coinvolte nella Resistenza durante la seconda guerra mondiale.

Un riconoscimento difficile e tardivo

In connessione con la Missione di Liberazione e nella continuità della Grande Causa del Quinquennio, il Governo ha scelto, oggi, di ricordare l’importanza delle donne nella Resistenza grazie alle quali, 80 anni fa, con il loro coraggio, la Liberazione non avrebbe avuto stato possibile. Dall’assistenza agli alleati e agli immigrati clandestini, al ruolo di agenti di collegamento e persino di leader di rete, hanno lavorato a tutti i livelli su tutto il territorio nazionale.


Nonostante i rischi estremi corsi, il loro riconoscimento è stato difficile e tardivo, soprattutto per poter partecipare pienamente alla vita democratica francese a partire dal 1944. Molti dopo la guerra hanno ripreso a vivere senza far valere i propri diritti, rappresentano infatti meno del 10% della forza dei Medaglieri della Resistenza e sono solo sei a far parte dell’ordine dei Compagni della Liberazione che conta più di mille iscritti.

L’ingresso al Pantheon, nel 2015, di Germaine Tillion e di Geneviève Anthonioz-De Gaulle, alla quale si unì sei anni dopo Joséphine Baker, confermò il desiderio della Nazione di riconoscere meglio l’impegno delle donne nella Resistenza. È in questo senso che la Prefettura dell’Hérault ha voluto rendere omaggio a tre di loro.

Tre destini di resistenza

Nata l’8 dicembre 1917 a Montpellier, Ginette de Scitivaux raggiunse l’Inghilterra con il suo fidanzato, che divenne pilota prima di essere fatto prigioniero nel 1942, all’inizio dell’occupazione dove ricevette una formazione in trasmissioni radio. Paracadutata nella Francia occupata nella notte tra il 7 e l’8 giugno 1944 sotto l’identità di Ginette Jourdain, inviò 67 messaggi e ne ricevette 52 in un viaggio incredibile che la portò a essere reclutata al termine della sua missione da un’unità speciale americana. Un lavoro rischioso e colossale che in un mese contribuì al successo dei lanci aerei, al progresso delle truppe alleate e quindi al successo della Liberazione. Ritornata a Londra alla fine della guerra, Ginette de Scitivaux morì il 4 agosto 1962 in un incidente subacqueo a Tahiti.

Figlia di immigrati spagnoli arrivati ​​in Francia all’inizio degli anni ’20 e divenuti francesi grazie al matrimonio nel 1928, Thérèse Nichterwitz si unì alla resistenza nel movimento Combat nel 1941. La sua posizione di portinaia nella prefettura dell’Hérault la rese un’importante agente di collegamento in particolare per l’organizzazione Noyautage delle pubbliche amministrazioni. Inoltre, ha messo la sua abitazione, situata nei locali della prefettura, a disposizione degli agenti di collegamento e dei leader della Resistenza braccati. Arrestata nel gennaio 1944 dalla Gestapo in seguito a una denuncia, sopravvisse alla deportazione nel campo di Ravensbrück e poi di Sachsenhausen. Decorata in particolare con la Croix de Guerre con stella di bronzo, Thérèse Nichterwitz morì nell’ottobre 1974 a Montpellier.

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Ebrea di origine polacca, Sabine Chwast lasciò il suo paese negli anni ’20 e si stabilì in Francia dove conobbe Miron Zlatin con il quale si sposò nel 1927 e si stabilì nel Nord. La coppia verrà naturalizzata poco prima dell’inizio della guerra. Quando scoppiò il conflitto, Sabine si formò come infermiera militare presso la Croce Rossa prima che la coppia si rifugiasse a Montpellier dove lavorava all’ospedale militare. Licenziata a causa delle leggi antisemite, venne poi coinvolta nell’Opera di soccorso ai bambini. Da quel momento in poi, soprattutto insieme a padre Charles Prévost, Sabine e Miron non smisero mai di lottare nell’Hérault per salvare i bambini ebrei, ma anche quelli zingari, dalla deportazione prima di creare la Colonia infantile nel maggio 1943. d’Izieu, di cui 44 bambini e sette gli educatori, tra cui Miron, furono radunati e deportati ad Auschwitz dalla Gestapo di Lione guidata da Klaus Barbie. A Montpellier durante questa retata, Sabine Zlatin si unì poi alla Resistenza a Parigi fino alla Liberazione dove divenne responsabile dell’organizzazione dell’accoglienza dei deportati al ritorno dai campi. Attivista per la memoria della Shoah e dei Bambini di Izieu, la sua testimonianza durante il processo Barbie è stata decisiva. Morì a Parigi, dove si era dedicata alla pittura fin dalla fine della guerra, nel settembre 1996.

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