A sei anni circa dal crollo dell'edificio di rue d'Aubagne a Marsiglia, si apre il processo che determinerà le responsabilità di tutti in questa tragedia in cui morirono otto persone. In questo caso sono indagati sedici imputati, persone fisiche e giuridiche, per il quale sono state formate 87 parti civili.
L'udienza inizierà questo giovedì alle 14 e durerà fino al 18 dicembre dopo le difese e una probabile deliberazione. Imputati, sanzioni subite, parti civili, inventario degli alloggi indegni a Marsiglia, vi raccontiamo tutto di questo processo “straordinario”.
Chi sono gli imputati?
Sedici persone fisiche o giuridiche sono perseguite dal tribunale in questo caso che ha richiesto una lunga indagine. Tra questi, Julien Ruas, ex vicesindaco incaricato della prevenzione e della gestione dei rischi sotto Jean-Claude Gaudin, allora alla guida della città. È l'unico eletto sul banco degli imputati.
Nella sezione delle persone fisiche viene citato anche l'esperto Richard Carta che aveva autorizzato gli inquilini di 65 a rientrare nelle loro case dopo un'evacuazione ordinata il 18 ottobre, tre settimane prima dei crolli. Compariranno anche i proprietari degli alloggi di questo edificio, tra cui Xavier Cachard, ex funzionario eletto della Regione, insieme ai dirigenti delle società immobiliari che possiedono anche appartamenti in questo edificio. Dal lato della persona giuridica, c'è il proprietario comunale di Marsiglia Habitat o il Gabinetto Liautard, il fiduciario che ha gestito l'edificio.
Quali sanzioni si incorrono?
La qualificazione dei reati varia a seconda degli imputati e delle loro implicazioni, spaziando dall'“omicidio colposo” alla “sottoposizione di più persone vulnerabili o non autosufficienti, tra cui almeno un minore, a condizioni abitative indegne”.
È proprio quest'ultima qualificazione a imporre la pena più pesante agli imputati, che rischiano fino a dieci anni di reclusione e una multa fino a 300.000 euro se si tratta di una persona fisica. Nel caso di una persona giuridica tale reato è punito con la sanzione pecuniaria di 1,5 milioni di euro.
Come si svolgerà il processo?
L'udienza si aprirà questo giovedì nella cosiddetta aula del processo straordinario, situata all'interno della caserma Muy, nel 3° arrondissement di Marsiglia. È qui in particolare che è stato giudicato il dentista Guedj per le sue 300 vittime, o addirittura l'autista dell'autobus nella tragedia di Milas.
Se il processo sulla tragedia di rue d'Aubagne non è stato propriamente definito “fuori norma” dal Ministero della Giustizia, ne ha tutte le caratteristiche. Sono attese almeno un centinaio di persone, tra i legali delle 87 parti civili finora costituite, le vittime, gli imputati e i loro difensori, oltre al pubblico e ai giornalisti.
È stato stanziato un budget di 200.000 euro per consentire alle vittime e alle parti civili di assistere al processo nelle migliori condizioni possibili per tutta la sua durata. Un importo che prevede in particolare il pranzo al sacco e la copertura delle spese di viaggio e soggiorno.
Il processo durerà sei settimane fino al 18 dicembre, dopo una discussione conclusiva e una probabile deliberazione. I primi dieci giorni saranno dedicati alla descrizione degli edifici e dello scenario del crollo, con l'audizione del direttore delle indagini e uno sguardo alla storia delle vittime. Il 18 novembre inizieranno le udienze degli imputati.
Qual è lo stato della lotta contro gli alloggi al di sotto degli standard a Marsiglia?
Questa tragedia ha messo in luce le conseguenze e l'entità degli alloggi antigenici e indegni a Marsiglia, di cui traggono profitto i veri proprietari delle baraccopoli. Sulla scia di questi crolli, è stata prestata attenzione la giustizia e le autorità che da allora hanno emesso a Marsiglia 1.000 ordinanze di pericolo, soprattutto a partire dal 2020, ha osservato il pubblico ministero Nicolas Bessone.
I tribunali hanno anche perseguito e condannato diverse persone per casi di alloggi al di sotto degli standard. Negli ultimi anni, sono stati presentati ai magistrati di Marsiglia 28 casi notevoli relativi ad atti di cattiva edilizia, generalmente perseguiti con la definizione di “sottomissione di diverse persone vulnerabili o non autosufficienti, tra cui almeno un minore, a condizioni abitative indegne”. Sono state pronunciate tre assoluzioni e 25 condanne di proprietari degli slum, talvolta con pene detentive.