Sei anni dopo la tragedia di Rue d'Aubagne, la Francia conta ancora 4,2 milioni di persone senza alloggio

Sei anni dopo la tragedia di Rue d'Aubagne, la Francia conta ancora 4,2 milioni di persone senza alloggio
Sei anni dopo la tragedia di Rue d'Aubagne, la Francia conta ancora 4,2 milioni di persone senza alloggio
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Ouloume, Taher, Marie-Emmanuelle, Fabien, Julien, Pape Magatte, Simona e Cherif. Il 5 novembre 2018, alle 9:07, due edifici crollarono ai numeri 63 e 65 di rue d'Aubagne, in un quartiere povero del centro di Marsiglia, uccidendo queste otto persone, la maggior parte delle quali straniere e precarie.

Questo dramma, il cui processo avrà inizio questo giovedì, 7 novembre, ha puntato i riflettori sul problema delle abitazioni insalubri. Ma sei anni dopo, i dati mostrano che questa piaga è lungi dall’essere scomparsa in Francia. Dopo rue d'Aubagne sono seguiti altri disastri, tra cui l'incendio di un edificio a Vaulx-en-Velin che ha causato dieci vittime nel dicembre 2022.

► 4,2 milioni di persone senza alloggio in Francia

In Francia sono 4,2 milioni le persone che vivono in condizioni precarie, secondo l'ultimo rapporto della Fondazione Abbé-Pierre, pubblicato a gennaio. Tra questi, quasi 1,1 milioni non hanno un alloggio personale e 2,9 milioni non hanno condizioni abitative “molto difficile”.

Oltre a queste situazioni estreme, 12,1 milioni di persone sono colpite in varia misura dalla crisi abitativa, precisa l'associazione.

► Il numero delle persone senza dimora è triplicato in vent'anni

La Fondazione Abbé-Pierre deplora a “degradazione” di diversi indicatori chiave della povertà abitativa negli ultimi anni. Il numero dei senzatetto è più che raddoppiato tra il 2012 e il 2023, passando da 143.000 a 330.000. Questa cifra è addirittura triplicata dal 2001.

Lo Stato accoglie numerose persone senza dimora in centri di accoglienza di emergenza, alberghi, centri di reinserimento o in centri specializzati per richiedenti asilo. Ma gli ultimi dati disponibili mostrano un’esplosione nel numero dei senzatetto: 16.000 persone vivevano per strada nel 2011, rispetto alle 27.000 di cinque anni dopo.

► Circa 9 milioni di persone vivono in alloggi sovraffollati

L’aumento dei prezzi immobiliari e degli affitti costringe sempre più lavoratori precari a confinarsi in spazi ristretti. Il tasso di sovraffollamento accentuato, che riguarda gli alloggi in cui mancano almeno due stanze rispetto al numero degli abitanti, è aumentato del 17% tra il 2006 e il 2013, poi del 16% nel periodo fino al 2020, secondo la Fondazione Abbé-Pierre.

“Questi aumenti non sono banali: si tratta di un cambiamento storico, sapendo che fino ad ora le tendenze demografiche e residenziali hanno portato famiglie sempre più piccole a vivere in case sempre più grandi, evidenziando chiaramente la natura iniqua di questa tendenza”. solleva le fondamenta.

► La Francia conta almeno 420.000 unità abitative insalubri

È difficile avere una stima precisa del numero di alloggi al di sotto degli standard in Francia. Lo Stato cita regolarmente la figura di« ambiente 420 000 »mentre la Fondazione Abbé-Pierre ritiene che si tratti di a “conteggio minimo” e che la cifra reale sarebbe piuttosto di circa 600.000.

Denuncia soprattutto la lentezza dell'azione pubblica per arginare questa piaga: secondo il suo ultimo rapporto, nel 2021 sono state emesse solo 13.752 ordinanze antigeniche, e l'Agenzia nazionale per il miglioramento dell'edilizia abitativa non ha attribuito questo tra “13.000 e 15.000 borse di studio all’anno” nella lotta contro gli alloggi scadenti.

“Al ritmo attuale, ci vorrebbero circa quarant’anni per sradicare il semplice stock di alloggi al di sotto degli standard”, deplora la fondazione.

► Un terzo delle famiglie occupa abitazioni che presentano almeno un grave disagio

Anche se la percentuale di alloggi scadenti nel patrimonio immobiliare rimane bassa, molti appartamenti e case sono scarsamente isolati, hanno impianti elettrici o idraulici difettosi, presentano perdite d’acqua, ecc.

Un terzo delle famiglie vive quindi in alloggi che presentano almeno una grave mancanza di comfort, secondo l’indagine nazionale sugli alloggi realizzata dal Ministero della Transizione ecologica nel 2020.

Una situazione riscontrata soprattutto dalle famiglie inquiline, colpite al 44,9%, contro il 23,6% dei proprietari. La presenza di “finestre che lasciano passare l’aria in modo anomalo” è il problema riscontrato più frequentemente.

Se negli ultimi anni l'installazione dei doppi vetri ha permesso di ridurre il numero degli inquilini interessati nel settore privato, nel settore sociale la situazione è leggermente peggiorata.

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