Limoges e la sua comunità urbana chiedono quasi 18.000 euro ai deputati della LFI per le manifestazioni selvagge

Limoges e la sua comunità urbana chiedono quasi 18.000 euro ai deputati della LFI per le manifestazioni selvagge
Limoges e la sua comunità urbana chiedono quasi 18.000 euro ai deputati della LFI per le manifestazioni selvagge
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Si tratta di una prima volta a Limoges: il municipio e la comunità urbana hanno inviato una fattura di pulizia ai deputati della LFI Manon Meunier e Damien Maudet, per manifestazioni selvagge. La nota, che ammonta appunto a 17.411,53 euro, è stata inviata a metà ottobre per coprire le spese di pulizia. Ciò corrisponde al costo degli interventi degli agenti comunali e comunitari preposti alla rimozione dei manifesti affissi fuori dai luoghi autorizzati. Questo spettacolo selvaggio è davvero diventato troppo grande secondo il Comune, che aveva messo in guardia anche lo scorso giugno che i partiti politici e i candidati interessati dovrebbero pagare per coprire tali costi.

Per il sindaco di Limoges, Émile-Roger Lombertie, è una questione di rispetto e di comportamento esemplare e intende quindi recuperare le sue spese. Anche per questo ha deciso di pubblicare la lettera inviata ai deputati. “Dato che non hanno ancora pagato, né hanno detto cosa volevano fare, lo abbiamo reso pubblico, affinché la gente sappia quanto costa alla comunità. Non possiamo candidarci per un mandato della Repubblica senza rispettare le regole della Repubblica. “ L'eletto si difende anche da ogni pregiudizio politico.

La insoumise è l'unica inchiodata, perché è l'unico partito che non ha rispettato le regole, secondo quanto riferito dagli agenti della città e dell'agglomerato. Non si sono osservate manifestazioni selvagge da parte dei candidati del PS, dei repubblicani o del Raggruppamento Nazionale. Altrimenti anche loro avrebbero dovuto pagare. E se questa è la prima volta per Limoges, Émile-Roger Lombertie ricorda che una delle sue deputate era stata lei stessa sorpresa per eccessi in altri comuni dell'agglomerazione, nel 2017. “Sarah Gentil, quando si candidò a deputata, fece affiggere manifesti un po’ a caso in altri comuni, le venne mandata la fattura e lei pagò” insiste. Limoges attende quindi a sua volta l'accordo.


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