Questo sindaco di Essonne non potrà mettere la parola “laicità” sulle facciate delle scuole del suo comune

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Editoriale Essonne

Pubblicato il

3 novembre 2024 alle 14:26

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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso proposto dal comune di Étampes per annullare la sentenza che lo “ingiungeva” nel luglio 2021 “togliere” il termine “laicità” dal davanti delle scuole della città.

Una semplice “misura di ordine interno”

Ricordiamo che, in una “decisione non formalizzata”, il sindaco (LR) Franck Marlin aveva deciso “da novembre 2020” disporre “segni a forma di stemma” su “vari edifici pubblici” nel suo comune, aveva ricontestualizzato la corte amministrativa d’appello di Versailles in una sentenza del 15 dicembre 2023.

Questi pannelli infatti riprendevano i colori della bandiera blu-bianco-rossa e le parole del motto repubblicano “Libertà”, “Uguaglianza”, “Fraternità”… aggiungendo però quella di “Laicità”. All'epoca non era piaciuto al prefetto dell'Essonne, Éric Jalon, che chiese senza successo il sindaco di Étampes di ritirare quest'ultimo mandato.

A sua difesa, il comune di Étampes ha sostenuto che l’aggiunta della parola “Laïcité” era una semplice “misura interna” al Comune, “non determinante” e quindi “non suscettibile di essere oggetto di rinvio prefettizio” davanti al giudice amministrativo. “Nessuna norma vieta l'apposizione di una dicitura aggiuntiva sul frontone degli edifici pubblici, purché tale dicitura non simboleggi alcuna rivendicazione di opinione politica, religiosa o filosofica”, ha sostenuto l'avvocato del comune di Francobolli.

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Ma il tribunale amministrativo di Versailles l'ha respinta in primo grado, con sentenza resa il 29 luglio 2021, e la corte amministrativa d’appello di Versailles, con sentenza datata 15 dicembre 2023.

Un “significato simbolico particolarmente forte”

“La Francia è una Repubblica indivisibile, secolaredemocratico e sociale”, ricorda la Costituzione del 4 ottobre 1958. “Il motto della Repubblica è: “Libertà, Uguaglianza, Fraternità”. Il codice dell'istruzione, dal canto suo, prevede che “sulla facciata delle scuole siano affissi il motto della Repubblica, la bandiera tricolore e la bandiera europea”. “La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino […] sia esposto in modo visibile nei locali delle stesse scuole e istituti”, precisa il testo.

“Mentre il legislatore sì […] ha inserito le predette disposizioni nel codice dell’istruzione […]mentre tale misura ha per sua natura un significato simbolico particolarmente forte, il comune di Étampes non può seriamente farlo sostenere che la decisione di aggiungere la parola: “Laïcité” nel motto della Repubblica […] costituirebbe una semplice misura di ordine interno”, ha criticato nella sua sentenza la corte amministrativa d’appello di Versailles.

“Queste quattro parole sono iscritte una dopo l’altra, su quattro righe successive di uno stemma, con la stessa calligrafia, componendo così un tetrattico [pièce de peinture à quatre battants, ndlr] omogeneo”, hanno osservato i giudici di Versailles. “Così facendo, il sindaco […] d’Étampes non si è semplicemente limitata a mettere la parola “laicità” sui cancelli delle scuole […] ma così modificò la formulazione del motto della Repubblica […]che non include questo termine. »

La città di Étampes, tuttavia, non rinunciò alle armi dopo questa sentenza e aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato il 15 febbraio 2024. Ha chiesto all'amministrazione prefettizia 4.000 euro per le spese legali che ha dovuto pagare in questo nuovo aspetto del loro contenzioso.

“Chiedere l'annullamento della sentenza […]il Comune […] sostiene che il giudice ha qualificato inesattamente i fatti […] e ha stravolto gli atti del fascicolo stabilendo che l'affissione della parola “Laïcité” sui portali scolastici dopo le parole “Libertà”, “Uguaglianza”, “Fraternità”, con la stessa calligrafia, rischiava di alterare la formulazione del motto della Repubblica”, così riassume il Consiglio di Stato in una sentenza del 10 ottobre 2024 che è stato appena reso pubblico. Ma “nessuno di questi mezzi è tale da consentire l'accoglimento del ricorso”, sentenzia la massima corte amministrativa francese. La sentenza della Corte d'appello amministrativa di Versailles è quindi ora giuridicamente definitiva.

GF/PressPepper

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