Francia e Marocco voltano pagina

Francia e Marocco voltano pagina
Francia e Marocco voltano pagina
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Recandosi finalmente a Rabat, su invito del re del Marocco, Mohammed VI, il presidente della Repubblica, con un'imponente delegazione, è venuto a suggellare tre anni di ritardi e incomprensioni tra Parigi e Rabat.

Era giunto il momento, infatti, di evidenziare ciò che oggi si concorda di qualificare “partnership eccezionale rafforzata”. Questo rapporto di civiltà ci ricorda che il regno di Shereef si ispira a 1.300 anni di stirpe dinastica fatimide e almohade, a partire dal califfato idriside nel 788.

Ovviamente non si tratta né di negare né di assolvere le responsabilità condivise in questi anni di contrasti diplomatici. Va tuttavia ricordato che se non fosse stato per la vivacità di un'efficace “diplomazia parallela”, dove parlamentari, accademici, imprenditori, artisti, atleti, agivano con discrezione per smussare gli angoli, i principali “irritanti” tra la Francia e Il Marocco non sarebbe stato risolto; come la messa in discussione della condizionalità nella concessione dei visti; l'eliminazione dei ritardi percepiti in Francia nella riammissione degli OQTF marocchini; la risoluzione di liti “strumentalizzate”, come quelle sollevate dall’uso del software Pegasus e il suo corollario di accuse di spionaggio, in particolare mosse dalla presidenza francese, nel 2021.

Tutte le luci sono ormai verdi, soprattutto ora che la spinosa questione della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale è stata riconosciuta da Emmanuel Macron, durante il suo discorso – pronunciato ai membri della Camera dei Rappresentanti e di quella dei Consiglieri. Tuttavia, alcuni paesi – come la Spagna, ex potenza coloniale fino al 1975 – sono già d’accordo da tempo sul fatto che il piano di autonomia proposto dal Marocco, nell’aprile 2007, rimane l’unica soluzione per risolvere il conflitto nel Sahara Occidentale!

La Francia ha riconquistato il suo posto legittimo come principale investitore e terzo fornitore del Marocco

Tuttavia, ci sono voluti diciassette anni perché anche la Francia fosse d’accordo! Resta da accompagnare il verbo con il gesto e convincere chi ha voluto “spogliare Pietro per vestire Paolo”, barattando sull'eccellenza e sulla continuità di un rapporto armonioso con Rabat ciò che è molto più discontinuo con Algeri.

Il resto dopo questo annuncio

La Francia, attraverso le circa mille imprese francesi presenti nel Regno di Shereef, ha riconquistato il posto che le spetta di primo investitore e terzo fornitore, con un volume di scambi annuali pari a circa 14 miliardi di euro. I 22 accordi bilaterali, per un valore di circa 10 miliardi di euro, confermano, infatti, la necessità di contribuire concretamente alla realizzazione di un quadro strategico bilaterale.

Gli 80.000 francesi che risiedono in Marocco, così come i 5 milioni di turisti francesi che vi si recano occasionalmente, senza dimenticare i 53.000 studenti marocchini in Francia e i circa 1,6 milioni di marocchini in Francia, costituiscono quindi una base solida, da entrambe le parti Mediterraneo.

Il Presidente della Repubblica, inoltre, ha ricordato che si può essere “allo stesso tempo” cittadino francese a pieno titolo ed essere profondamente legati alla propria terra d’origine. Non ha inventato nulla: Hassan II, il padre dell'attuale sovrano marocchino, non amava paragonare il Marocco al “un albero le cui radici sono ancorate in Africa, ma che respira attraverso le sue foglie in Europa” ?


*Emmanuel Dupuy è presidente dell'Istituto prospettiva e sicurezza in Europa (IPSE).

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