In anticipo sulla celebrazione dell'Anno Greuze nel 2025, in occasione del bicentenario della sua nascita, la galleria Éric Coatalem svela, grazie alla generosità di venticinque collezionisti, un tesoro di cinquantacinque opere dell'artista, spesso inedite o nascosto. Questo Autoritratto è uno dei suoi fiori all'occhiello. Originario di Tournus, Jean-Baptiste Greuze (1725-1805) fu un pittore e disegnatore adorato durante la sua vita dai collezionisti europei e russi, ma poi eclissato durante la Rivoluzione e sotto l'Impero.
Lo spirito del 18° secolo
La sua riscoperta alla fine del XIX secolo, soprattutto grazie ai fratelli Edmond (1822-1896) e Jules de Goncourt (1830-1870), lo colloca tra gli artisti più emblematici del XVIII secolo. Il suo stile, caratterizzato da un realismo di influenza olandese, è utilizzato principalmente nella pittura di genere e nella ritrattistica. Jean-Baptiste Greuze predilige rappresentazioni di scene intime, composizioni spesso complesse e animate, dove esalta le virtù familiari con una certa – a volte eccessiva – teatralità. Eccelle nei ritratti di bambini, che sa mettere in risalto per coglierne la vivacità.
Jean-Baptiste Greuze, Autoritratto, 1761 circa, olio su tela, 61,3 x 50 cm, collezione privata. Per gentile concessione della Galerie Éric Coatalem, Parigi. ©T. Hennocque.
E le sue rappresentazioni femminili sono molto identificabili, con volti strutturati, persino stereotipati, occhi spesso alzati al cielo, con le palpebre socchiuse, e anche espressioni svenute, atteggiamenti lascivi. C'è tutto lo spirito frivolo del XVIII secolo, che a volte rasenta la sdolcinatezza. Tutto ciò contrasta con l'austerità e la serietà dei suoi autoritratti, il cui trattamento pittorico è più formale. Qui domina l'occhio scrutatore, con apparentemente un leggero strabismo divergente, che potrebbe spiegare la sua abitudine di posare di tre quarti. La messa in scena è studiata, senza effusioni, come se volesse mantenere il controllo della sua immagine sociale e dell'immagine che desidera riflettere su se stesso?
Il parere di Antoine Chatelain, ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Storia dell'Arte, autore del catalogo della mostra
Questo autoritratto è una riscoperta recente che completa notevolmente il corpus dell'artista e che va sicuramente collocato all'inizio degli anni Sessanta del Settecento. Si raffigura senza artifici, in un semplice costume da studio. Il tocco è vivace, molto caratteristico del suo stile. È l'immagine di un artista sicuro della sua arte, intorno ai trent'anni, in un momento in cui le sue composizioni conquistano tutta Parigi. Questo autoritratto è tra i più brillanti di Greuze, che a volte si raffigurava con un portamine, a volte con un cappello, non senza un tocco di vanità, per il quale fu così spesso criticato.
“Greuze, il bambino e la famiglia”
Galerie Éric Coatalem, 136, rue du Faubourg-Saint-Honoré, 75008 Parigi
Dal 6 novembre al 20 dicembre
1 – Ritratti e autoritratti dal XVI al XVIII secolo [3/10]