Questo è uno dei simboli della crisi ospedaliera: nel 2023 sono stati eliminati quasi 4.900 posti letto di ricovero completi (con pernottamento in struttura), confermando un continuo calo dell'offerta, con 43.500 posti letto persi dalla fine del 2013, secondo un Lo studio di Drees è stato pubblicato giovedì.
Al 31 dicembre 2023, i 2.962 ospedali pubblici, privati e privati senza scopo di lucro contavano esattamente 369.423 posti letto di ricovero completi, ovvero 4.867 posti letto in meno rispetto al 2022 (-1,3%), secondo l'ultimo rapporto della Direzione statistica sociale Ministeri (Drees).
Luoghi senza pernottamenti creati
Contestualmente sono stati creati 3.489 posti di ricovero parziale – senza pernottamento – (+4,1%), per un totale di 88.504 posti. A differenza di un letto, un “luogo” diurno può generalmente ospitare più pazienti giornalieri.
Il calo del numero di posti letto conferma, secondo i Drees, “una tendenza osservata da diversi anni”, riflettendo da un lato il desiderio delle autorità pubbliche di “riorganizzare” l'assistenza verso un approccio più “ambulatoriale”, ma anche la carenza di personale, che non “permettere di tenere” tutti i letti aperti.
Tensioni sul bilancio della previdenza sociale 2025
Questi dati sono pubblicati nel bel mezzo di un dibattito parlamentare sul bilancio della Previdenza sociale 2025, il cui governo vuole contenere il deficit a 16 miliardi di euro rispetto ai 18 miliardi del 2024. L'aumento della spesa sanitaria dedicata al settore ospedaliero sarà limitato al + 3,1%, lontano dal +6% necessario, secondo la Federazione ospedaliera francese (FHF, settore pubblico).
Dal canto loro, quattro sindacati del settore sanitario (CGT, FO, Sud e Unsa) hanno proclamato uno sciopero dal 4 novembre al 21 dicembre per protestare contro questa manovra. La sinistra, da parte sua, intende far votare dall'Assemblea nazionale, entro dicembre, una proposta di legge PS – già convalidata dal Senato – per fissare un numero minimo di operatori sanitari per paziente ricoverato in ospedale.
Eliminati 43.500 posti letto in dieci anni
Dalla fine del 2013, le strutture sanitarie hanno perso 43.500 posti letto di ricovero completi, pari a una riduzione dell’offerta del 10,5% in dieci anni. Contemporaneamente sono stati creati circa 20.900 posti di ricovero parziale (+31%). Negli ultimi quattro anni il calo della capacità di ricovero totale è stato “più rapido” rispetto a prima della crisi sanitaria: nel periodo 2013-2019 è diminuita in media di circa lo 0,9% all’anno.
La promessa dell’ex ministro della Sanità Aurélien Rousseau nell’autunno del 2023 di “riaprire diverse migliaia di posti letto entro la fine dell’anno” non è stata quindi mantenuta. Se i letti chiudono, “non è per ragioni di bilancio”, ma per “scarsa attrattiva” delle professioni assistenziali, ha poi assicurato.
Servizi saturi e professionisti in partenza
La riduzione è però “meno marcata” nel 2023 rispetto al 2022, anno in cui le strutture hanno perso più di 6.700 posti letto di ricovero completi. Drees rileva inoltre, nel 2023, un netto calo dei letti psichiatrici (-2,4%), soprattutto nel settore pubblico. Continuano però ad aumentare le capacità assistenziali di ricovero domiciliare (+4,1%) fino a raggiungere i 24.100 pazienti curati contemporaneamente sul territorio.
Ampiamente denunciato dagli operatori sanitari, il crollo dei posti letto è pressoché costante dall'inizio degli anni 2000, secondo i dati disponibili sul sito dell'Irdes (Istituto di ricerca e documentazione in economia sanitaria). Continua a diminuire anche il numero dei siti ospedalieri “per effetto di riorganizzazioni e ristrutturazioni” (-160 strutture pubbliche o private tra il 2013 e il 2023, ovvero -5,1%), con un calo maggiore nel settore pubblico rispetto a quello privato. Gli operatori sanitari criticano regolarmente queste chiusure di letti, che saturano i servizi, mettono sotto pressione le équipe e aumentano le tensioni nei dipartimenti di emergenza, costringendo sempre più professionisti a fuggire dall’ospedale.