A pagarlo saranno 8 famiglie su 10

A pagarlo saranno 8 famiglie su 10
A pagarlo saranno 8 famiglie su 10
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L'80% delle famiglie è tenuto a pagare questa tassa che era scomparsa qualche anno fa.

Una tassa scomparsa da tempo potrebbe riemergere. Abbastanza per smorzare il mantra del nuovo governo che afferma regolarmente il suo rifiuto di aumentare le tasse sulla maggioranza dei francesi. In effetti, la vecchia tassa che potrebbe riemergere rischia di incidere sul bilancio dell’80% delle famiglie del paese.

La possibile restituzione di tale prelievo fiscale è legata a una proposta che comincia a farsi strada in Parlamento. Mentre i deputati esaminano all'Assemblea nazionale la legge finanziaria per il 2025, sono stati presentati una miriade di emendamenti (quasi 3.500). Tra questi, un'iniziativa guidata dal gruppo ambientalista intende ripristinare il contributo alla radiodiffusione pubblica, chiamato anche canone televisivo. Ma questa volta la tassa assumerebbe una nuova forma, potrebbe costare di più e colpire più francesi.

In passato il canone televisivo veniva pagato dai contribuenti soggetti all'imposta sulla casa, anche se la loro abitazione non era dotata di televisore. Il suo importo ammontava a 138 euro per famiglia. Il canone televisivo è stato utilizzato per finanziare le emittenti televisive e radiofoniche del servizio pubblico. Questa tassa è stata abolita nel 2023 dal governo. Solo che con la proposta dei verdi la nuova tassa potrebbe essere pagata da più persone, comprese le famiglie che prima non dovevano pagare il canone televisivo.

Chiamata “contributo progressivo al finanziamento della radiodiffusione pubblica”, questa nuova tassa si differenzierebbe per il suo importo dal vecchio canone televisivo. Concretamente, l’importo richiesto dipenderebbe dal reddito di ciascuna famiglia. Il sistema previsto prevede undici scaglioni di imposta. L'importo del contributo progressivo al finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo potrebbe quindi variare da 1 a 220 euro. Saranno esenti dalla tassa solo i nuclei familiari con un reddito fiscale di riferimento inferiore a 17.820 euro. Secondo i dati INSEE, 8 francesi su 10 sono al di sopra di questa soglia. Chiaramente, l’80% delle famiglie potrebbe dover pagare questa nuova tassa.

La proposta di istituire una nuova forma di concessione televisiva si inserisce in una riflessione più ampia sul finanziamento della radiodiffusione pubblica. Dal 2025, infatti, l'attuale sistema di finanziamento basato sull'IVA non potrà più essere mantenuto per sostenere i diversi canali e stazioni del servizio pubblico: 2, France 3, France 4, France 5, Franceinfo, France 24, ARTE, France Inter, France Cultura, France Bleu, RFI e INA.

Si ricorda che nel 2023 il bilancio statale è stato tagliato di 3,7 miliardi di euro all'anno in seguito all'eliminazione del canone televisivo. Una parte dell’IVA è ora destinata a colmare questa lacuna. Una modifica legislativa richiede quindi l’istituzione di un nuovo meccanismo di finanziamento per i media pubblici. Il ripristino di un'imposta dedicata sembra essere una delle opzioni preferite, anche se la decisione finale spetta al Parlamento.

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