Imprenditorialità in Marocco: cosa dicono i dati dell’OMTPME

Imprenditorialità in Marocco: cosa dicono i dati dell’OMTPME
Imprenditorialità in Marocco: cosa dicono i dati dell’OMTPME
-

Il tessuto imprenditoriale nazionale, di cui costituiscono la quasi totalità le giovanissime, le piccole e le medie imprese (PMI), deve ancora far fronte a molteplici sfide. Ciò è ulteriormente evidenziato dagli ultimi rapporti regionali dell’Osservatorio marocchino delle piccolissime, piccole e medie imprese (OMTPME) pubblicati il ​​16 maggio.

Offrendo una fluoroscopia del sistema produttivo delle diverse regioni i cui dati potrebbero essere elaborati (i rapporti regionali sulle province del Sud non sono ancora pronti, a causa di ulteriori elaborazioni dei dati grezzi provenienti da queste regioni, ndr), questi rapporti rivelano anche il vincoli affrontati da questi attori.

Calo delle creazioni, aumento delle dissoluzioni

Quasi tutte le PMI marocchine sono microimprese con meno di 10 dipendenti. La loro predominanza nel tessuto imprenditoriale marocchino è costante tra le regioni con tassi che variano dall’80 a oltre il 95%. Inoltre, si tratta principalmente di aziende giovani la cui età non supera i 5 anni. Queste recenti imprese costituiscono più della metà, o addirittura fino a due terzi in alcune regioni, del tessuto produttivo.

Se da un lato le dimensioni ridotte e la mancanza di maturità del tessuto imprenditoriale nazionale lo rendono meno robusto di fronte alle crisi, i dati dell’OMTPME per l’anno 2022 confermano ulteriormente la preoccupante tendenza che prosegue in modo acuto dallo scoppio della crisi sanitaria: il rallentamento del creazione di imprese a fronte dell’aumento del numero di scioglimenti. Secondo la stessa fonte, 6 delle 9 regioni studiate mostrano tendenze negative in termini di imprenditorialità con cali nel numero di imprese create che vanno dal 2,2% al 34,5% su base annua.

Le altre tre regioni, Casablanca-Settat, Marrakech-Safi e Béni Mellal-Khénifra, mostrano rispettivamente aumenti moderati del 1,3%, 3,4% e 4,7% nel numero di imprese create tra il 2021 e il 2022. In tutte le nove regioni interessate, l’edilizia resta il primo settore di attività integrato da questi nuovi attori (tra il 30 e più del 50%, a seconda delle regioni). Inoltre, quasi due terzi di queste società di nuova creazione hanno lo status di società a responsabilità limitata con un unico socio (SARL-AU), con una prevalenza di circa il 60% in tutte le regioni.

Altra constatazione preoccupante: al rallentamento nella creazione di nuove imprese si accompagna un aumento nello scioglimento di quelle preesistenti. Infatti, il numero di imprese che hanno cessato la propria attività nel 2022 è aumentato in tutte le regioni, con incrementi significativi che vanno dal 10,8% di Casablanca-Settat all’80% di Marrakech-Safi. Questi tassi oscillano tra il 20 e il 40% per le altre regioni, con un’unica eccezione: Tangeri-Tétouan-Al Hoceima, dove il numero di fallimenti aziendali è in calo del 22% per il 2022.

Deterioramento del flusso di cassa delle PMI

Il proseguimento dell’ondata di fallimenti nel 2022 evidenzia i vincoli affrontati dalle PMI, che lottano sempre di più per garantire la propria sopravvivenza. Per chi riesce a mantenere la rotta la situazione non è migliore. In effetti, i dati dell’OMTPME mostrano che queste società si trovano ad affrontare una situazione finanziaria sempre più complicata, mentre il loro flusso di cassa continua a deteriorarsi. In più della metà delle regioni per le quali vengono pubblicati i dati, il numero di PMI che segnalano un flusso di cassa positivo è in calo.

Sebbene una buona parte di queste aziende evidenzi un miglioramento della propria situazione finanziaria rispetto al 2020, i risultati dei rapporti regionali rivelano problemi in termini di liquidità, con rapporti di liquidità generali medi delle microimprese in tutte le regioni inferiori all’1% (soglia accettabile che riflette il livello di liquidità di un’azienda capacità di far fronte al proprio debito a breve termine, ndr).

Un altro problema per le PMI marocchine resta l’accesso ai finanziamenti. In questo senso, i dati OPTME mettono in luce le difficoltà che emergono a questo riguardo, mentre il capitale proprio e i crediti degli associati restano il principale mezzo di finanziamento per le imprese in tutto il Marocco. La quota dei prestiti bancari nel passivo delle PMI marocchine rimane quindi limitata, non superando il 20% e oscillando spesso tra il 10 e il 15% nella maggior parte delle regioni. D’altro canto, i debiti verso i partner assorbono una parte significativa delle passività delle aziende in tutto il paese, fino al 40% in alcune regioni.

I rapporti regionali sulle PMI evidenziano un altro ostacolo all’accesso ai finanziamenti: l’età di queste imprese. Dal confronto tra la distribuzione dei prestiti in essere nelle diverse regioni nel 2022 risulta evidente che spesso viene data priorità alle imprese il cui capitale esiste da un decennio o più. Infatti, le PMI con più di 10 anni concentrano, in alcune regioni, fino al 70% del totale dei crediti PMI in essere. Questo ostacolo è ancora più imponente per le imprese gestite da donne, con quote che talvolta non superano il 2% del totale dei prestiti in essere.

©️ Copyright Pulse Media. Tutti i diritti riservati.
Vietata la riproduzione e la distribuzione (fotocopie, intranet, web, messaggistica, newsletter, strumenti di monitoraggio) senza autorizzazione scritta

-

NEXT La Grosse Journe Recycleries (ex sito di segheria) Moustey