Saint-Louis du Senegal, terra d’ispirazione letteraria

Saint-Louis du Senegal, terra d’ispirazione letteraria
Saint-Louis du Senegal, terra d’ispirazione letteraria
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Prima capitale dell’Africa occidentale francese (Aof), Saint-Louis è anche la culla della letteratura senegalese francofona. Il trasferimento della capitale dell’Aof da Saint-Louis a Dakar fu effettuato nel 1902. Cominciò allora la regressione della città su più livelli, soprattutto economico, ma la sua ricchezza culturale rimase intatta.

Saint-Louis, essendo un’antica terra di cultura, tutte le forme di espressione artistica sono rinvigorite, addirittura rafforzate, grazie ad una secolare tradizione di multiculturalismo. I mix culturali sono, si potrebbe dire, naturali! Lì si trova di tutto, in termini di mix culturali, piatti senegalesi che verrebbe da chiedersi se lo fossero davvero, tanto che le suggestioni della cucina francese, inglese, moresca, marocchina, congolese, maliana, guineana… forte quella si direbbe di assaporarlo al banchetto dell’universale. Infatti, spiega Alioune Badara Coulibaly, insegnante in pensione e presidente del Circolo degli Scrittori e dei Poeti di Saint-Louis (Ceps), la città di 300 anni deve la sua influenza attuale alla ricchezza del suo notevole patrimonio culturale, che le ha valso è elencato dall’UNESCO come sito del patrimonio mondiale nel 2000.

La città vecchia si distingue anche per una notevole produzione letteraria. Secondo Coulibaly, autori come Aminata Sow Fall che non hanno più bisogno di essere introdotti nel mondo letterario africano, Abdoulaye Sadji il cui romanzo “Nini ou la mulatto” è uno dei classici africani, Malick Fall, precursore della modernità nel romanzo dell’Africa francofona e altri autori famosi utilizzarono Saint-Louis come spazio per la loro produzione letteraria. Molti giovani autori si sono fatti avanti negli ultimi decenni, “il che conferma la caratteristica di Saint-Louis, cioè una città di fermento culturale che conta il maggior numero di poeti del Senegal”.

Alioune Badara Coulibaly è anche uno dei figli onorevoli della città vecchia che si distinguono per la qualità delle loro opere. È autore di numerose opere poetiche, così come Elie Charles Moreau che ha pubblicato una raccolta nell’ambito della celebrazione del 140° anniversario della città. L’opera in questione, “Saint-Louis è un poema d’amore infinito”, mostra tutta la passione che lega il poeta alla sua città natale.

Romanzo, poesia e letteratura

Molto interessato a questo argomento, Pape Samba Diagne, romanziere e ispettore dell’istruzione elementare, di stanza all’Ispettorato dell’Istruzione e della Formazione (Ief) di Saint-Louis/Dipartimento, approfondisce attraverso domande. E l’ambiente? si chiede. Quasi irreale, secondo alcuni, Saint-Louis con le sue spiagge, i suoi tramonti, i suoi ponti, le sue strade, originariamente così ben progettate, i suoi vecchi edifici coloniali, le sue brezze marine, i suoi cottage, i suoi turisti bianchi, i suoi mercanti moreschi, i suoi mercanti… E questa mescolanza etnico-razziale, ha sottolineato, è così profonda che, da entrambe le parti, e da qualunque parte ci volgiamo, avremo inevitabilmente a che fare con un “bastardo culturale”, qualunque sia il nome che porta, poiché il suo sangue avrà finito di riconciliare le etnie e, talvolta, anche i popoli! Se a ciò, prosegue Diagne, “aggiungiamo una certa propensione verso un intellettualismo, per alcuni antiquato e d’altra epoca, frutto di un lungo sodalizio con la Scuola francese, la Scuola arabo-coranica e il Presbiterio, il Santo -Il tipo louisiano diventa un uomo di cultura in ogni senso della parola.

Secondo Samba Diagne, quindi, a causa del suo ambiente e della sua storia personale, sia psicosociale che socioculturale, sente il bisogno di condividere la sua sensibilità e la sua visione di ciò che lo circonda. E come non condividere queste emozioni, sensazioni e sentimenti che ti assalgono se non attraverso l’espressione, qualunque sia la forma artistica, non ultima la scrittura? Perché, secondo lui, in verità, la scrittura è solo un modo, tra tanti altri, di condividere i propri “sentimenti”, poiché, nessuno indifferente (volutamente), “il nostro ambiente, e del resto con noi, interagisce costantemente agendo su noi e influenza i nostri pensieri, le nostre credenze, le nostre convinzioni, peggio ancora, le nostre certezze, ancora di più, le rafforza o le mette in discussione.

Saint-Louis du Senegal, città di storia e di storie, è multiculturale. C’è tutto! Che si tratti di abbigliamento, che si tratti di cucina (ricette culinarie), che si tratti di mescolanze razziali-etno-religiose, che si tratti di tradizioni coraniche o politiche o sportive! È tutto lì, nell’ex capitale dell’Aof e poi della Colonia del Senegal coloniale. Ecco perché, ci spiega Samba Diagne, la letteratura in generale, la prosa e la poesia in particolare, hanno giocato – e continuano a giocare – un ruolo importante. Che Saint-Louis serva da quadro spazio-temporale per intrighi romantici o voli lirici poetici! Potrebbe essere stato il caso di Abdoulaye Sadji, originario di Rufisque in “Nini, il mulatto”, diviso (tra due culture) da Saint-Louis in Senegal.

Potrebbe anche essere stato “Karim”, un dandy di una Saint-Louis coloniale, del suo autore saint-louisiano Ousmane Socé Diop, autore del primo romanzo senegalese. Ciò potrebbe essere evidente nell’onorevole Amadou Dugay Clédor nelle sue “Monografie”. Questa eredità religiosa, politica e culturale potrebbe aver spinto il compianto Alioune Diop a creare la prima casa editrice dell’Africa nera, Présence Africaine, senza dimenticare, tra i più illustri, il compianto Charles Carrère (9 dicembre 1928/17 gennaio 2020), Ufficiale delle Arti e delle Lettere e autore di “Océanes” (1979), “Mémoires de la Pluie” (1983), “Hivernage” (1999), tra gli altri.

Alcune figure emblematiche

Ma chi oserebbe parlare di belle lettere e penne a Saint-Louis senza dare il posto d’onore alla defunta Madame Amina Mbaye Sow, morta il 28 gennaio 2021 (“Mademoiselle” (1984), “le Sang du mortier” (2001 ), suo figlio, Pape Samba Sow “Zoumba”, Aminata Sow Fall (“Lo sciopero dei Bàttu”, “The Revenant”, “Il richiamo delle arene”), Louis Camara (“La scelta degli Ori”), Papis Diallo, Alioune Badara Coulibaly, il presidente del Ceps, il brillante Alpha Sy, e tanti altri di Saint-Louis, senza esserci, senza risiederci.

Tutti questi autori, dice Pape Samba Diagne, e i loro successori che cercano, come possono, di tenere la fiaccola molto alta, hanno saputo elogiare la cultura della meticcia in un contesto di radicamento nelle tradizioni, sapendo che a Saint- Louis, la tradizione stessa è mista, multiculturale e interculturale, al punto che le brave signore, musulmane di Saint-Louis, vanno in chiesa per sostenere i propri cari cristiani in lutto.

Quanto ai nostri valorosi poeti, sostiene il romanziere, il lirismo li porta in voli in cui l’estetica dei paesaggi descritti è pari solo all’estetica delle parole che li descrivono, fedeli, in questo, alla più antica eredità dei cittadini francesi di Saint -Luigi del Senegal: l’amore, anche il culto della Bellezza, essendo la bellezza, ovviamente, universale, come ci ricorda così bene Kant.

Il signor Diagne ritiene che sarebbe un errore imperdonabile, ai limiti della lesa maestà, passare sotto silenzio le famose sessioni di ditirambo del Distretto Nord durante le quali le squisite (deliziose) poesie (Badiyou) abbellimenti) di Madior Goumbo Cissé chiamavano “ Baye Madior ” le cui ferventi e liriche declamazioni riecheggiavano la non meno deliziosa poesia dei suoi ospiti e amici Seydil Hadj Malick Sy e Cheikh Ahmadou Bamba, sotto la censura coranica dello studioso Serigne Amad Diop Gora, “ecco ancora momenti di letteratura che hanno partecipato , per molti, nella trasmissione della cultura islamica a Saint-Louis del Senegal, soprattutto dal punto di vista dell’affetto illimitato dedicato al Profeta dell’Islam.

Per Charles Ndiaye, presidente dell’associazione Entre’Vues, ​​Saint-Louis è una città multiculturale aperta al mondo, da sempre luogo di mescolanza culturale e crogiolo di intellettuali. Ciò è evidenziato dalla composizione di parte della sua popolazione di razza mista. E se la letteratura francofona fu inaugurata dai Métis, la popolazione indigena islamizzata non era necessariamente composta da analfabeti poiché alcuni “Ndar-Ndar” – Ndar è il nome Ouolof della città – scrivevano nelle lingue vernacolari con caratteri arabi . È quindi con la sua popolazione di razza mista che la letteratura francofona comincia ad esprimersi. L’abate David Boilat fu uno degli scrittori più rappresentativi di questo periodo.

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