Centro storico di Ginevra: mostre che cantano la natura

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Le gallerie del centro storico cantano la natura

Pubblicato oggi alle 9:40

Come le rondini, le comuni verniciature diAVV (Arte nel Centro Storico) annuncia la primavera. Giovedì 2 maggio i membri dell’associazione hanno inaugurato, sotto un freddo pungente, le loro nuove mostre. L’occasione per gli appassionati di scoprire l’offerta delle undici gallerie e delle quattro istituzioni museali annidate nel cuore della City. Per questo 34e edizione di aperture simultanee, diversi marchi hanno offerto uno sguardo colorato sul mondo e sulla natura. Cammino soggettivo.

Scolpito nel granito da Antoinette Champetier de Ribes, un “Gatto e i suoi gattini” interagiscono nel reparto maternità con una “Vergine che allatta” creata dall'entourage di Rogier van der Weyden.

Sublime dialogo artistico

Se dovessimo ricordare una sola mostra, sarebbe le “Storie Naturali” raccontate da De Jonckheere. La direttrice del locale, Alice Frech, ha invitato la gallerista parigina Xavier Eeckhout per un sublime dialogo artistico tra la pittura fiamminga del XVI secoloe e XVIIe secoli e scultura di animali dell’inizio del XX secoloe. Di volta in volta formali, divertenti o simbolici, questi confronti tra due periodi della storia dell’arte mettono in discussione il posto dato agli animali nel corso dei secoli e i legami che manteniamo con loro.

Un grazioso “Pesce farfalla” scolpito in alabastro dalla scultrice francese Marguerite de Bayser-Graty strizza così l’occhio marino al “Trionfo di Nettuno e Anfitrite” dipinto da Frans Francken il Giovane, mentre un “Gatto e i suoi gattini” cesellato con il grande senso di purezza di Antoinette Champetier de Ribes e una “Vergine che allatta” nata sotto il pennello dell’entourage di Rogier van der Weyden sono riuniti attorno al tema della maternità.

Una “Testa di bulldog” in bronzo di Madeleine Fabre, davanti a un “Mazzo di fiori in un vaso serpentino” realizzato sotto il pennello di Osias Beert il Vecchio (1580 – 1623).

A volte la suggestione diventa maliziosa, come un marito tradito che appare sul muro davanti a un gallo di bronzo – “cornuti”, in latino – o quando un mazzo di fiori, allegoria dell’olfatto, accanto a una scultura della testa di un bulldog, un cane rinomato per la sua mancanza di odore. In mostra fino all’1ehm Giugno.

Viaggio in Africa

“Deep insight”, Sudafrica, 11 maggio 2021.

Anche se ben realizzate, le fotografie mostrate da Denis Asch a casa di Patrick Gutknecht sotto la voce “Saluti” risultano essere più convenzionali. Frutto di diversi viaggi in Sud Africa e Kenya, queste istantanee di ghepardi, leoni, elefanti e giraffe dialogano fino al 31 luglio con una selezione di oggetti di arti decorative dagli anni ’20 agli anni ’70 Passeggiando nel bush con le guide, colui che è nato in Alsazia nel 1969 imparò a catturare sul posto questi mammiferi selvatici: “La natura e il comportamento degli animali mi guidano ad anticipare ogni scatto. Mi è stato insegnato, ad esempio, come riconoscere un animale sazio e quindi più calmo”.

Andrea Gabutti, “Senza titolo”, 2023, olio su tela.

La sensazione del paesaggio

Alla Grand-Rue bisogna correre a vedere le poetiche opere su tela e carta di Andrea Gabutti, tra cui un nuovo ciclo dedicato all’acqua. Protetto da Rosa Turetsky da quasi vent’anni il pittore di origine ticinese traduce la sensazione del paesaggio con notevole economia di linee. In olio, acrilico o grafite, i modelli ginevrini adottati adottano piccoli tocchi delicati e spesso monocromi di sottobosco, onde e montagne, lasciando un ampio spazio al vuoto, che, paradossalmente, dà una pienezza, una carne ai suoi panorami.

Intriso di sensualità, il suo gesto è simile alla scrittura che trae il suo alfabeto da schemi naturali. Questo grande camminatore osserva montagne e paesaggi con la macchina fotografica, per riportare dalle sue passeggiate immagini che funzionano “come schizzi” da interpretare. Da gustare fino al 15 giugno.

Opere surrealiste

Jean Arp, “Sogni e progetto”, 1952, incisione su legno.

Nel porticato vicino troviamo La Copiache si è appena trasferito nei locali recentemente lasciati liberi da Marie-Laure Rondeau e la sua galleria Grand-Rue. Per la loro mostra inaugurale, aperta fino al 1ehm Giugno, Catherine Tabatabay-Schmitt e Eliott Cardet propongono una bella scelta di opere grafiche del XXe secolo, soprattutto surrealisti, e opere rare di importanti autori di questo stesso periodo. Lì incontriamo disegni di Joan Miró e Jean Cocteau, una tempera di Sonia Delaunay, un’incisione di Jean Arp e alcune fotografie di Fred Boissonas, Robert Doisneau e Izis.

Seduzione kitsch

Anselm Reyle, “Untitled”, 2021, tecnica mista su tela.

Cambio d’atmosfera in Place de Longemalle, per un’esposizione decisamente contemporanea: fino al 24 maggio Galleria dell’Opera orologio Anselmo Reyle. Si tratta della prima mostra monografica a Ginevra del 53enne artista visivo tedesco, di cui esploriamo l’evoluzione estetica attraverso una ventina di opere realizzate tra il 2007 e il 2024. Deliberatamente scultoree e appariscenti, le sue creazioni colorate in ceramica, neon o fogli di alluminio – evocando Jeff Koons – si rivelano allo stesso tempo seducenti e ultrakitsch.

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