Più di un terzo dei giudici svizzeri afferma di subire pressioni da parte del proprio partito

Più di un terzo dei giudici svizzeri afferma di subire pressioni da parte del proprio partito
Più di un terzo dei giudici svizzeri afferma di subire pressioni da parte del proprio partito
-

La Svizzera soffrirebbe della separazione dei poteri? Un sondaggio condotto dall’Associazione svizzera dei magistrati giudiziari (ASM) evidenzia un chiaro disagio tra i giudici. Dei 935 partecipanti provenienti da tutti gli organi giudiziari del paese, il 39% ha deplorato la propria mancanza di indipendenza in caso di decisione politica se questa fosse avvenuta poco prima della rielezione. Una percentuale che preoccupa, secondo quanto affermato dalla stessa Asm nelle conclusioni della sua indagine comunicate martedì dal Gazzetta quotidiana.

Se i giudici si sentono costretti in toga da magistrato, è a causa degli stretti rapporti che intrattengono con i politici. Più di due terzi degli intervistati (75%) sono stati eletti su raccomandazione di un partito. Altrettanto probabile è che debbano pagare annualmente alla loro famiglia politica una tassa che in alcuni casi ammonta a diverse migliaia di franchi.

Una tassa sui partiti problematica

Quella che viene chiamata anche “tassa sui partiti” o “retrocessione dei salari” consente ai gruppi politici di autofinanziarsi, una “peculiarità svizzera”, secondo le spiegazioni dell’ASM in un rapporto. Finanziamenti potenzialmente problematici, sottolinea l’ASM. Nei paesi vicini, i legami tra partiti politici e magistrati rischiano di minare la credibilità della giustizia. Un’osservazione condivisa da molti giudici, dato che l’83% degli intervistati ritiene che le tasse sui partiti minano la fiducia dei cittadini nella loro indipendenza. Per la maggioranza degli intervistati (60%), i tribunali non dovrebbero riflettere la forza delle parti.

L’opinione

“Una soluzione sarebbe fissare un importo uniforme per tutti i giudici”

Pubblicato il 15 ottobre 2024 alle 11:12.

Una soluzione alternativa sarebbe quella di fissare un importo uniforme per tutti i giudici. Ciò renderebbe i giudici meno dipendenti dai loro partiti e quindi rafforzerebbe la loro indipendenza e imparzialità.

Odile Ammannprofessore associato, Facoltà di giurisprudenza, Università di Losanna

Leggi la recensione completa: Retrocessioni dai giudici ai partiti: verso un cambiamento nella pratica?

Un altro problema evidenziato dallo studio: sottoporre i giudici a elezioni regolari. Il 64% preferisce un’elezione unica, vale a dire che i giudici avrebbero un mandato che durerebbe fino al pensionamento. Tuttavia, sarebbe possibile destituire un magistrato in caso di grave violazione dei suoi obblighi. Un suggerimento già avanzato nel 2017 dal Gruppo degli Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (Greco), di cui la Svizzera è membro, come osservato Tempo al momento.

Tra i giudici intervistati è emerso un ampio consenso sulla riforma dell’attuale sistema giudiziario, al fine di rafforzarne l’indipendenza. Un tentativo è stato fatto nel 2021 con il voto sulla designazione dei giudici federali mediante sorteggio. Un’iniziativa che ha raccolto il consenso del popolo di oltre il 68%. Stessa sorte qualche mese dopo per un’iniziativa parlamentare volta a porre fine alla “tassa sui partiti”.

-

PREV LA FA-FPT dà il suo pieno sostegno al Cnfpt e protesta contro i commenti di Christian ESTROSI
NEXT Hauts-de-Seine: un influencer brasiliano muore dopo essere stato investito da un’auto: News