Le autorità senegalesi questa settimana hanno posto fine al divieto dei simboli religiosi nelle scuole. Chiediamo” accettazione dell’uso di simboli religiosi, quali il velo, la croce, le perle sacre, fatta salva la chiara identificazione dello studente all’interno del cortile scolastico, nelle classi e durante le attività didattiche”recita il decreto sul “rispetto delle credenze religiose” pubblicato martedì 8 ottobre dal Ministero dell’Istruzione, all’indomani dell’inizio dell’anno scolastico. Questo testo, che chiarisce un vuoto giuridico, impone a tutte le istituzioni, pubbliche o private cattoliche, di accettare di indossare simboli religiosi.
Popolato per il 95% da musulmani, il Senegal è un paese laico in virtù della sua Costituzione ereditata dall’ex colonizzatore francese. L’educazione dei bambini è assicurata da diversi tipi di istituti: scuole pubbliche, accessibili a tutti, scuole cattoliche private, scuole coraniche, ecc. Gli istituti cattolici privati, rinomati per la qualità del loro insegnamento, attirano molte élite, poco conta la loro fede.
Sebbene nessuna istituzione vieti ufficialmente il velo islamico, la polemica è scoppiata dopo che a una giovane ragazza è stato rifiutato l’ingresso alla scuola Sainte Bernadette di Dakar perché indossava il velo, riferiscono i media locali. Seneplus. Nel 2019, l’istituto Sainte-Jeanne-d’Arc (ISJA) ha rifiutato di accogliere gli studenti delle scuole superiori musulmani perché indossavano il velo. Questi sono stati finalmente ammessi grazie ad un compromesso raggiunto tra l’establishment e lo Stato senegalese in seguito ad un intervento del Vaticano.
“Alcune cose non possono più essere tollerate”
Quest’estate, il nuovo primo ministro Ousmane Sonko ha suscitato polemiche affermando alla fine di luglio: “Ci sono cose che in questo Paese non possono più essere tollerate. In Francia ci parlano costantemente del loro modello di vita e di stile, ma questo appartiene a loro. In Senegal non permetteremo più ad alcune scuole di vietare l’uso del velo. » Il riferimento al velo islamico è un modo per riportare sulla scena pubblica la considerazione della religione nel governo istituzionale e politico del Senegal, tema caro al movimento del Primo Ministro.
Lo ha detto il primo ministro “un verdetto finale contro gli istituti scolastici giudicati senza tante cerimonie e gettati nella vendetta popolare”, si stima poi il Consiglio nazionale dei laici, istituito dalla Conferenza episcopale del Senegal, che riunisce associazioni e movimenti cattolici.
Il decreto affronta anche la questione della diversità nelle scuole, che è stata oggetto di maggiore dibattito negli ultimi anni, poiché gli studenti si rifiutano di stringere la mano o di sedersi accanto ai ragazzi. “Questo rispetto della differenza religiosa non esclude lo studente dalla partecipazione alle attività educative e sportive obbligatorie”precisa il decreto, vietando “ogni ostacolo alla diversità nell’uso degli spazi scolastici”versare “rafforzare i valori della convivenza”.