Persistono resistenze sulla trasparenza dei prezzi

Persistono resistenze sulla trasparenza dei prezzi
Persistono resistenze sulla trasparenza dei prezzi
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La “grande notte” sulla trasparenza della formazione dei prezzi alla Riunione attenderà ancora. Alla domanda sul perché in questo dipartimento dell’Oceano Indiano i prezzi al consumo sono stati in media, nel 2022, secondo l’INSEE, del 9% più alti che nella Francia continentale, e perché l’alimentazione costa il 37% in più, i membri dell’Osservatorio dei prezzi, dei margini e dei ricavi (OPMR) ammessi “affrontare molte difficoltà” e al “opacità relativa del settore della grande distribuzione” nell’isola. L’obiettivo che si è posto l’OPMR è, per il momento, “fuori portata”.

Questa organizzazione indipendente, creata all’estero per studiare il costo della vita, ha presentato venerdì 4 ottobre, in assemblea plenaria, un rapporto provvisorio sul suo lavoro. “decifratura” della formazione dei prezzi su un panel di 21 prodotti. I membri dell’Osservatorio hanno interrogato i manager di sei dei sette principali marchi di vendita al dettaglio dell’isola. Tre rappresentano l’80% del fatturato complessivo del settore (2,5 miliardi di euro). I supermercati e gli ipermercati del Gruppo Bernard Hayot occupano una posizione di leadership.

Un marchio ha rifiutato di rispondere. Gli altri sei non hanno presentato tutti i documenti richiesti. Rimangono molte zone grigie. Questo è il motivo per cui l’OPMR presenta cinque proposte forti per raggiungere una maggiore trasparenza. A forma di “colpo di pressione” destinato ai distributori, confidano a malincuore i suoi gestori.

“È ora che tutto questo finisca”

Si tratta in particolare di imporre l’obbligo giuridico – che non è rispettato – della comunicazione dei conti delle società estere, della trasmissione elettronica dei dati delle ricevute all’INSEE, “necessario avere una fotografia reale durante le indagini”o addirittura l’eliminazione della pratica contestata dei margini arretrati (sconti applicati da un fornitore a un distributore) per sostituirli con sconti su fattura che potrebbero avvantaggiare maggiormente i consumatori. Un meccanismo in più «trasparente» e meno “inflazionistico”.

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Casualmente, questo documento arriva in un momento in cui diversi sindacati dell’isola chiedono una mobilitazione contro l’alto costo della vita. “Le cose si stanno muovendo nelle Indie Occidentali, le cose devono muoversi anche qui, lanciato, martedì 1È Ottobre, Marie-Hélène Dor, segretaria dipartimentale del sindacato degli insegnanti della FSU, in occasione della tiepida manifestazione alla Riunione per gli stipendi e le pensioni. I prezzi abusivi dei supermercati, è ora che finiscano. »

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