Dopo il flop dell’inchiesta sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, un’inchiesta del Wall Street Journal pubblicata sabato 27 aprile sottolinea che non è stato nemmeno il presidente russo Vladimir Putin a dare l’ordine di uccidere il suo avversario politico, Alexei Navalny lo scorso febbraio in un centro penitenziario nella regione artica di Yamalo-Nenets, mentre scontava una pena detentiva di diciannove anni.
Il Cremlino aveva contestato qualsiasi coinvolgimento dello Stato in questa morte. Vladimir Putin ha affermato che la morte di Alexei Navalny è stata un “evento triste”. Nel marzo scorso aveva addirittura ammesso di essere stato favorevole ad uno scambio di prigionieri con l’Occidente, tra cui Alexei Navalny, a condizione “che non tornasse in Russia”. Informazioni confermate da Maria Pevtchikh, vicina ad Alexeï Navalny.
Secondo l’inchiesta i servizi segreti americani, compresa la CIA, sarebbero giunti alla conclusione che probabilmente Vladimir Putin non aveva dato l’ordine di assassinare l’avversario.
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