Arte Povera, mostra alla Fondazione Pinault

Arte Povera, mostra alla Fondazione Pinault
Arte Povera, mostra alla Fondazione Pinault
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Par Roberta Spirito

Dal 9 ottobre 2024, Pinault Collection presenta alla Bourse de Commerce, una grande mostra dedicata all’Arte Povera. Tra eredità e influenza, la mostra copre più di 250 opere storiche e contemporanee, e di questo importante movimento artistico italiano degli anni ’60.

Questa mostra si propone di far luce sia sulla nascita italiana che sull’influenza internazionale di questo movimento, attraverso le opere dei tredici principali protagonisti dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio. Nell’architettura unica della Bourse de Commerce, trasformata dall’architetto giapponese Tadao Ando, ​​la mostra è vista come un paesaggio che osserviamo e diventa il terreno dove si radica l’infinita poetica dell’Arte Povera.

Immaginata dalla curatrice Carolyn Christov-Bakargiev, specialista riconosciuta a livello internazionale di questo movimento artistico, la mostra “Arte Povera” riunisce una cinquantina di opere storiche ed emblematiche della Collezione Pinault abbinate a quelle di altri prestigiosi, pubblici e privati.

“A metà degli anni Sessanta, un certo numero di artisti italiani – principalmente torinesi, genovesi, bolognesi, milanesi e romani – avviarono un corpus di opere originale, di spirito libero, del tutto anticonvenzionale e non dogmatico, ampliando così i campi della pittura, della scultura, della disegno e fotografia, realizzando le prime “installazioni” della storia dell’arte, oltre ad opere e azioni performative.

Utilizzando materiali e tecniche semplici, questi artisti hanno creato installazioni che coinvolgono lo spettatore all’interno dell’opera. Privilegiando elementi “naturali” e “rurali” (come terra, patate, lattuga, acqua, carbone, alberi, corpi viventi di animali ed esseri umani, ecc.), “artificiali” e “urbani” (elementi reperibili nei negozi di ferramenta come lastre di acciaio inossidabile, lingotti di piombo, lampadine, travi di legno, tubi al neon, ecc.), le loro opere innescano flussi di energia fisica e chimica, anche psicologica, facendo appello alle nozioni di memoria e di emozioni per sfidare gli spettatori”, afferma il curatore.

Oltre al nucleo di opere dei tredici artisti legati all’Arte Povera, l’esposizione comprende pezzi e documenti che ripercorrono le tappe fondamentali di quelli che possono essere considerati gli esordi del movimento. Nella mostra, i tredici artisti sono associati a personalità, movimenti, un’epoca o un materiale che ritengono abbia una profonda influenza, come Giorgio De Chirico per Paolini, Malevich per Kounellis e un’icona di Sano di Pietro per Marisa Merz.

Se l’Arte Povera è stata identificata come movimento artistico a partire dalla fine degli anni Sessanta, la sua influenza è stata e rimane notevole. In tutti gli interstizi della Borsa di Commercio, tredici artisti, la cui pratica costituisce una forma di risonanza con l’Arte Povera, continuano questa storia a lungo termine da David Hammons, William Kentridge, Jimmie Durham, Anna Boghiguian negli anni ’80 a Pierre Huyghe, Grazia Toderi, Adrián Villar Rojas negli anni ’90, fino a Mario Garcia Torres, Renato Leotta, Agnieszka Kurant, Otobong Nkanga, Theaster Gates e D Harding negli anni 2000. Ognuno a suo modo interroga, attiva e persegue questo patrimonio.

The works of the “Arte Povera” exhibition from the Pinault Collection resonate with those of the Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea (Turin), Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT (Turin), Kunstmuseum Liechtenstein (Vaduz ), Museo e Real Bosco di Capodimonte (Naples), Galleria d’Arte Moderna (Turin), Center Pompidou (Paris), Tate (London), among other important public and private collections.

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