Uscire dal carbone entro il 2030? La Francia vuole convincere i paesi del G7 ad impegnarsi in tal senso

Uscire dal carbone entro il 2030? La Francia vuole convincere i paesi del G7 ad impegnarsi in tal senso
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La Francia spera di convincere gli altri paesi del G7 a impegnarsi per un’uscita dal carbone entro il 2030, anche se i negoziati sono attualmente “difficili”, ha indicato giovedì il governo francese prima di un incontro dei paesi ricchi a Torino.

“Per questo G7 in particolare, miriamo a realizzare veramente gli impegni assunti alla COP28 sulla transizione dai combustibili fossili”, ha affermato l’entourage del ministro degli Esteri Stéphane Séjourné, mentre i ministri del G7 si riuniscono lunedì e martedì a Torino. clima, energia e ambiente.

“Crediamo che questa piena attuazione implichi il declino dell’impegno a uscire dai combustibili fossili fonte per fonte e a cominciare dal carbone”, specifica la stessa fonte.

” Dare l’esempio “

La conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP28, tenutasi a dicembre a Dubai, si è conclusa con un appello senza precedenti per l’abbandono dei combustibili fossili, ma con concessioni ai paesi produttori. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva già invitato i paesi del G7 a “dare l’esempio” eliminando gradualmente il carbone, il più inquinante, “prima del 2030”.

“Crediamo davvero che i paesi del G7 potrebbero adottare questo obiettivo e avere un ruolo importante da svolgere in questo ambito”, abbiamo insistito giovedì.

“Abbiamo con noi il Regno Unito, pensiamo che anche i tedeschi potrebbero allinearsi a questa data”, ma “in questa fase i negoziati sono difficili” e “siamo ancora lontani dall’obiettivo”, riconosce la stessa fonte.

Secondo Climate Analytics, nel 2022 le centrali a carbone tedesche rappresentavano ancora 40 gigawatt (GW) di capacità, quelle giapponesi 53 GW e quelle americane 212 GW.

“Coalizione G7 sull’acqua”

La Francia vorrebbe anche “incoraggiare i paesi del G7 a specificare le loro strategie di uscita dai combustibili fossili” nei loro futuri “contributi determinati a livello nazionale” (NDC, in inglese) che formalizzano i piani di ciascun paese per ridurre le emissioni di CO2. “Saremo molto vigili anche su ogni potenziale battuta d’arresto sulla questione del gas”, precisa la fonte governativa.

Nell’entourage del ministro della Transizione ecologica, Christophe Béchu, citiamo anche tre priorità individuate con la presidenza italiana: economia circolare ed efficienza delle risorse, lotta all’inquinamento chimico, plastico e atmosferico, e infine biodiversità ed ecosistemi.

Si prevede inoltre una dichiarazione sulla biodiversità in alto mare e “il lancio di una coalizione del G7 sull’acqua”.

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