Tuttavia, gran parte della sua giornata, iniziata presto a Roma, la trascorreva in Lussemburgo.
Lì Francesco ha incontrato la famiglia granducale e ha pronunciato due discorsi: il primo alle autorità politiche, il secondo ai cattolici del Paese. Incoraggiandoli a evocare il Vangelo in una società plurale. Tuttavia è stato il primo discorso (alle autorità) a segnare la giornata.
Cosa rende grande un Paese? Né la sua ricchezza finanziaria, né le sue dimensioni, né il numero dei suoi abitanti, ha suggerito Papa Francesco.
Il Lussemburgo è uno di quei piccoli paesi del mondo, annidato sui confini, ha continuato in sostanza. Quando regna la calma, questi Paesi sono “i più capaci di indicare le esigenze di una nuova era di pace e le vie da seguire”. Quando però arriva la guerra, questi paesi vivono tempi particolarmente turbolenti. È quanto il Papa ha voluto ricordare alle autorità lussemburghesi, sottolineando le virtù delle “solide” istituzioni democratiche “pazientemente costruite” nel Paese negli ultimi decenni.
Lussemburgo-Bruxelles: perché il Papa fa questo salto in aereo?
I tragici percorsi della guerra
Purtroppo, teme Francesco, «dobbiamo constatare il ricomparire, anche nel continente europeo, di fratture di inimicizia […] che portano ad ostilità aperte, con il loro corteo di distruzione e morte. Sembra che il cuore umano non sempre sappia conservare la memoria e che periodicamente perda la strada e ritorni sui tragici sentieri della guerra.
Per uscire da questa logica, ha sottolineato, offrendo un suo percorso, «bisogna guardare verso l’alto, la vita quotidiana delle persone e dei loro leader deve essere animata da valori alti e spirituali. profondi, che impediscono la follia della ragione e il ritorno irresponsabile agli stessi errori del passato, ulteriormente aggravati dal maggior potere tecnico di cui oggi dispone l’essere umano”. Di fronte a questi rischi, il Papa ha messo in risalto le virtù del Vangelo, il compromesso e lo spirito di servizio che per lui è il “più alto titolo di nobiltà”.
La Terza Guerra Mondiale a pezzi
La guerra, e anche “la terza guerra mondiale a pezzi” che vivremmo, è un tema ricorrente con Papa Francesco. Il fatto che ne parli nel suo primo discorso nella “vecchia Europa” che sta visitando, non è però di poco conto e dà al suo viaggio un primo tono piuttosto serio.
Da questo venerdì mattina i belgi lo incontreranno al castello di Laeken. Il Papa si rivolgerà al Re, alle autorità e a diversi esponenti della società civile invitati per l’occasione. Successivamente si recherà a KULeuven e in serata incontrerà privatamente le vittime di abusi sessuali.