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La deputata Sandrine Rousseau è stata indagata nell’inchiesta sul suo domicilio a Parigi

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La deputata verde Sandrine Rousseau è stata interrogata dalla Brigata di repressione della criminalità per persone sospettate nell’ambito dell’indagine sul suo domicilio a Parigi nell’ambito delle elezioni legislative del 2022.

La deputata ambientalista Sandrine Rousseau è stata ascoltata venerdì 10 gennaio in udienza gratuita presso la Brigata per la repressione della delinquenza personale, nell’ambito dell’inchiesta sul suo domicilio a Parigi nell’ambito delle candidature alle elezioni legislative del 2022. La deputata ambientalista è stata ascoltata in seguito alla denuncia dell’avvocato Gilles-William Goldnadel.

La Procura, che ha confermato l’informazione all’AFP, ha precisato di aver “fatto trasmetterle la procedura per la valutazione delle indicazioni da impartirle”.

Sandrine Rousseau contesta qualsiasi violazione

Nel giugno 2023 è stata aperta un’indagine in seguito alla denuncia dell’attivista ambientalista Claire Monod contro l’iscrizione di Sandrine Rousseau nelle liste elettorali di Parigi. La candidatura di Claire Monod è stata respinta in favore di quella di Sandrine Rousseau.

L’indagine riguarda il reato di “indebita iscrizione in liste elettorali mediante dichiarazione fraudolenta”, reato punito con un anno di reclusione, ha ricordato la Procura.

Sandrine Rousseau ha fornito al municipio del 13° arrondissement un certificato di assicurazione per l’abitazione in cui non abitava nel marzo 2022, tre giorni prima della chiusura delle iscrizioni sulle liste elettorali e della convalida delle candidature del suo partito.

Questo documento è stato redatto da un conoscente su richiesta di Sandrine Rousseau, come precisato nella denuncia di Claire Monod. L’accusa racconta a BFMTV che Sandrine Rousseau ha prodotto certificati assicurativi e bollette elettriche per case successive, date in prestito e poi acquistate, nel 13° arrondissement. La Procura si è fatta trasmettere il procedimento per la valutazione delle indicazioni da impartirgli.

“C’era un progetto di subaffitto perché era un appartamento ammobiliato”, ma “alla fine mi sono sistemata in un appartamento non ammobiliato perché il subaffitto non era possibile”, ha difeso. nell’aprile 2023 il deputato ambientalista. «Dato che c’era la chiusura delle liste elettorali, ho scommesso su questo subaffitto, sì», ha ammesso.

L’ambientalista eletta ha finito per firmare a metà aprile un contratto d’affitto per uno studio situato in questo quartiere dove è stata eletta e contesta ogni violazione.

Interrogato da BFMTV, l’avvocato di Sandrine Rousseau non ha voluto rispondere alle nostre domande.

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