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“Ballando sul vulcano”, un libro che analizza come il lusso e la moda abbiano conquistato la nostra immaginazione

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Pubblicato il

14 gennaio 2025

In un decennio, la moda e il lusso si sono evoluti profondamente, invadendo gradualmente tutti gli aspetti della vita sociale, mentre la loro crescita ha accelerato in modo esponenziale. Immersa in questo ambiente da dieci anni, la giornalista Sophie Abriat, che scrive per M. Le Monde e T, la rivista del Time, decifra questa metamorfosi in “Ballando sul vulcano”. Questo libro, che esce questo 15 gennaio presso Grasset, va oltre l’aspetto frivolo o puramente finanziario del settore, per spiegarci le strategie delle case e il modo in cui hanno sempre più ampliato il loro raggio d’azione per finire per impossessarsi del nostro immaginazioni.

Il libro analizza come il lusso si è insinuato in tutti i livelli della società – Grasset

“È la fotografia di un’epoca, di questo momento in cui la moda e il lusso sono esplosi completamente. Volevo raccontare le sfere di influenza del settore oltre l’abbigliamento. In generale la moda è vista soprattutto nella sua valenza futile e vana. Volevo mostrare l’altro lato, un settore con una strategia più costruita e ponderata, che sa circondarsi dei migliori talenti in tutti gli ambiti per dare sostanza ai suoi prodotti. strategia di elevazione, che consiste nell’innalzare il prestigio dei prodotti dando loro legittimità culturale”, spiega l’autore di questo saggio di oltre 200 pagine, venduto a 20 euro.

Con una scrittura vivace, ben documentata e supportata da citazioni di ricercatori, sociologi, filosofi ed esperti, mentre mescola aneddoti e racconti inediti, “Ballando sul vulcano” invita il lettore ad approfondire una realtà con cui entra in contatto ogni giorno. , senza quasi notarlo. Emozionante.

Nel corso degli anni la moda si è “lussificata” e, al contrario, il lusso si è ampiamente “modificato”. Non c’è zona che sfugga loro, come sottolinea il giornalista. “Possiamo cenare ‘Dior’, bere ‘Gucci’, dormire ‘Armani’, vedere un film di ‘Saint Laurent’, leggere ‘Chanel’, ecc. Il cerchio dello stile di vita ‘totale’ è completo.” Senza dimenticare gli innumerevoli mecenati e sponsorizzazioni di case nei campi più diversi, dal restauro dei monumenti storici ai Giochi Olimpici.

“Oggi vendere solo borse griffate non è più sufficiente: il lusso deve ora essere legittimo e rispettabile in ambito artistico, culturale e sociale, perché la sua desiderabilità dipende più che mai dalla sua accettabilità sociale e ambientale”, scrive. “Le case di moda hanno capito che per liberare la moda dal movimento ciclico che la condanna all’effimero e non essere più considerata come semplici piattaforme consumistiche, dovevano creare significato, portare idee, immaginare storie”.

“I marchi di moda non si accontentano più di produrre messaggi commerciali o di modellare il nostro orizzonte estetico, aspirano ormai a offrire visioni del mondo, spesso idealizzate, modi di pensare la società, assumendo così un nuovo ruolo nel dibattito pubblico”, continua poco ulteriore.

Trovare l’equilibrio tra leggerezza e gravità

Il lavoro è strutturato in quattro capitoli: l’ampliamento spaziale e psicologico che mostra come “in trent’anni il lusso sia uscito dagli accoglienti salotti dell’alta moda, dalle vetrine e dalle riviste per invadere territori inaspettati”; l’estensione alla cultura (letteratura, museo, cinema, arte, ecc.), terreno prediletto dai brand, che sempre più spesso creano contenuti artistici “arrivando a porsi al centro della creazione contemporanea”; l’estensione nella società e nell’intelletto attraverso la legittimazione universitaria e l’ascesa di direttori artistici che dispensano il loro punto di vista; infine, l’ultima parte descrive il potere morbido il lusso attraverso la geopolitica e lo sport.

“C’è molto fascino e detestazione intorno a questo universo. Non volevo giudicare, ma solo provare a sfatare i luoghi comuni. Fornire chiavi di lettura per comprendere quanto questi attori occupino un posto importante nella nostra cultura e nella nostra vita”, conclude Sophie Abriat, che ha scelto questo titolo per illustrare “come la moda e il lusso ci permettono di ‘danzare’, creando uno spazio per sognare e reinventarci, pur rimanendo consapevoli delle difficoltà e delle crisi attuali”. “La sfida è trovare l’equilibrio tra una sorta di leggerezza e una forma di serietà. Bisogna essere consapevoli dei problemi”, scivola.

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