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Dupuis, “un mondo editoriale a sé”, e raccontato in un libro-evento

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“Buonasera”, l’ex mucca da mungere

Lo sapevate che nel 1960, la tiratura di Buone serate ebbe una tiratura tre volte maggiore di quella del Il diario di Spirou ? Perché sì, è stata prima pubblicando questo settimanale femminile che le edizioni Dupuis – che poi hanno pubblicato il Zanzara – prosperò: “Sono stati spesso visti attraverso il prisma dei fumettiriconosce David Amram, che collaborò con Christel Pissavy-Yvernault a quest’opera imponente. Tuttavia, non è sempre stato il settore più redditizio: per molto tempo, è alle Bonnes soirées che Dupuis deve il suo successo.”

Tanto che Charles Dupuis, uno dei figli del patriarca e fondatore Jean, gestì a lungo il dipartimento di fumetti senza alcun reale vincolo: “Era meno importante, quindi potevamo lasciarlo “divertire” un po’.sorride Christel Pissavy-Yvernault. Solo che sembra niente, si è divertito così tanto che quello che ha fatto è stato il suo piccolo parco giochi che poi è prevalso nella storia della casa.

Romanzi… ma non i loro diritti

La tipografia Dupuis negli anni Quaranta (in “La vera storia delle edizioni Dupuis”) ©Dupuis

È anche attraverso le sue Bonnes soires che Jean Dupuis pubblica da tempo romanzi in “pezzi”. Anche questo gli causò dei problemi poiché decise poi di commercializzare questi romanzi “linkandoli”: “Ovviamente questo non ha importanza per gli editori ufficiali di questi romanzi, quelli che ne detenevano i diritti di sfruttamento.“, riferisce David Amram. Risultato: Jean Dupuis è stato attaccato più volte per contraffazione, in particolare da Calmann-Lévy. “Va detto, sottolinea Christel Pissavy-Yvernault, che allora il confine tra editore e tipografo era più labile.”

Un’ideologia cattolica che sconfinava nel fondamentalismo

“Buonasera”, a lungo conservatrice, tentata, ma fallita, la svolta verso il femminismo (in “La vera storia delle edizioni Dupuis”) ©Dupuis

Fin dalle sue prime pubblicazioni, Jean Dupuis non lo nascose mai: intendeva diffondere, con le sue opere, i buoni valori cattolici dell’epoca: “Ha sostenuto, riconosce l’autore francese, un’ideologia che non era solo cattolica, ma rasentava il fondamentalismo. Si riferiva spesso all’abate Betlemme, un abate censorio che fece molto male all’inizio del secolo e terrorizzò tutto nel mondo della stampa e dell’editoria.

gabbiano

Jean Dupuis faceva spesso riferimento all’abate di Betlemme, che terrorizzava la stampa e il mondo dell’editoria all’inizio del XX secolo

Un’influenza che si è concretizzata ad esempio nella presenza di un post estremamente conservatore, addirittura reazionario, sulle pagine di Buone serate (che hanno frequentato anche talenti come… Pierre Desproges, Plantu o Uderzo!). Un post che dobbiamo alla penna di un certo Gringoire – in realtà uno pseudonimo dietro il quale si nascondevano e trasmettevano diversi autori sotto l’influenza della famiglia Dupuis. “Gringoirecontinua Christel Pissavy-Yvernault, era volontariamente razzista, sessista e trascorse vent’anni a spiegare alle giovani donne provenienti dalla classe operaia come comportarsi.

Ancora più sorprendente: malgrado la comparsa di certi spiriti ribelli esterni (Delporte, Rosy, Troisfontaines, ecc.), questo spirito estremamente conservatore persisteva in casa Dupuis, anche quando la seconda generazione, quella di Paul, Charles e del bel fratello René Matthews , ha preso il sopravvento: “Avevano un profondo rispetto per l’opera del patriarca“.

Marcinelle per sempre

Figli e nipoti continueranno quindi ad applicare, anno dopo anno, il suo metodo e la sua filosofia fino all’acquisizione delle edizioni Dupuis da parte del gruppo Albert Frère nel 1985. Passeranno, quasi 20 anni dopo, nell’alveo di Média-Participations, la casa editrice conglomerato al quale tuttora appartengono. Ma rimarranno sempre fedeli alla loro culla di Marcinelle, nella vicina periferia di Charleroi. Una notevole eccezione nel panorama editoriale globalizzato:”Lo dimostraconclude Christelle Pissavy-Yvernault, lo spirito di resistenza di Dupuis. È un po’ come un villaggio gallico“.

“Théodore Poussin” e altre collane pubblicate nella collana Aire Libre hanno contribuito a portare Dupuis nella modernità editoriale (in “La vera storia delle edizioni Dupuis”) ©Dupuis

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